AGI – Mattinata di tensione all’Università La Sapienza di Roma, per una protesta dei collettivi studenteschi contro un convegno organizzato da Azione Unversitaria a cui erano attesi Daniele Capezzone e un deputato di Fratelli d’Italia, Fabio Roscani. Alcuni attivisti hanno tentato di entrare nella facoltà di Scienze Politiche e sono stati respinti dalla Polizia che ha anche usato i manganelli.
I manifestanti, una cinquantina, hanno tentato di appendere uno striscione con la scritta “Fuori i fascisti da La Sapienza”. Un giovane che brandiva un’asta è stato bloccato e identificato e la sua posizione è al vaglio delle autorità mentre tra gli studenti ci sarebbero stati un paio di contusi.
“L’Università deve essere un luogo in cui si studia, si cresce, in cui bisogna incontrarsi e confrontarsi, ma non scontrarsi fisicamente”, ha commentato la rettrice della Sapienza, Antonella Polimeni, “condanniamo ogni forma di violenza e garantiamo, ad ogni individuo che agisca secondo i principi costituzionali, il diritto a manifestare liberamente le proprie opinioni nel rispetto della pluralità delle idee”.
Il neo-ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha sottolineato che “la polizia ha fatto in modo che una manifestazione autorizzata potesse svolgersi“. Il collettivo di Scienze Politiche da parte sua ha ribattuto che il presidio era pacifico ma, “alla richiesta di appendere un semplice striscione in cui ribadivamo l’esistenza di un’università antifascista” che “non ha intenzione di arrendersi a un governo che non ci rappresenta, la polizia ha avuto solo i manganelli come risposta”, si legge in una nota.
Gli scontri sono avvenuti proprio mentre il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, interveniva alla Camera con il discorso per chiedere la fiducia, inevitabile che finissero nella polemica politica. “Ci sono immagini che fanno venire i brividi”, ha commentato il presidente del M5s, Giuseppe Conte, “lo dico al neo ministro dell’Interno, vedere manganelli e cariche contro gli studenti che dalle immagini appaiono indifesi mi preoccupa da cittadino e da professore universitario”.
“La libertà di parola non è una strada a senso unico. Chi inibisce la manifestazione del pensiero altrui non comunica, prevarica”, ha detto il ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, incoraggiano “gli studenti a coltivare e a difendere le proprie idee con la forza della parola, non dell’aggressività”.
Per il leader leghista e vicepremier, Matteo Salvini, “è inaccettabile che in un’università un gruppo di violenti cerchi di censurare chi la pensa diversamente: auspico parole di condanna inequivocabile anche da sinistra per quanto successo a La Sapienza”.