AGI – Per molti anni la magistratura ha continuato a dare in custodia giovani, minorenni o comunque con difficoltà, alla coppia di genitori affidatari di Silvia, la ragazza le cui denunce di presunte violenze a sfondo anche satanista, quasi tutte archiviate per anni, sono state infine ritenute credibili dalla Procura di Milano. Per loro sono scattate le misure cautelari di obbligo di dimora e divieto di avvicinamento.
C’era già la certezza della paternità
A destare stupore il fatto che i nuovi affidi siano avvenuti anche quando c’era già la certezza da parte dei giudici, risalente ai primi anni del 2000, che il padre affidatario è il genitore di un bambino, ormai adulto, avuto da Silvia nel 2002 in seguito ai presunti abusi da lei riferiti e iniziati quando aveva 17 anni. E anche dopo che i due vennero condannati in secondo grado e prescritti dalla Cassazione (restando quindi il dubbio nel merito delle accuse) per il presunto sequestro della giovane, prelevata in comunità in Toscana per subire nuovi, presunti abusi.
Nelle carte dell’inchiesta lette dall’AGI vengono ricostruiti gli esiti delle nuove indagini, tuttora in corso, dalle quali emergono “riscontri di rilevante spessore investigativo raccolti consultando i documenti presso l’ufficio del Comune lombardo dove risiedono i due che consentivano di accertare come lo stesso risulti ancora oggi affidatario di soggetti appartenenti alle cosiddette ‘fasce deboli’”. Nei giorni scorsi, ‘Il Giornale’ ha svelato che il Tribunale dei Minori solo il 12 ottobre, dopo l’emissione della misura cautelare, ha revocato il collocamento di due gemelli affidati dai servizi sociali alla famiglia.
La condanna del figlio naturale
La ricostruzione della Procura Distrettuale Antimafia di Milano, chiamata in causa perché competente sui reati di sequestro, ha appurato che nella loro famiglia viveva un 20enne italiano al momento delle misure cautelari e in precedenza sono transitati da quella casa un ragazzo della Costa d’Avorio (dal 2001 al 2004) e due italiani, (uno dal 2015 al 2016, l’altro dal 1997 al 2007).
Un’altra giovane in affido ai Bianchi aveva raccontato di “attenzioni sessuali” da parte di uno dei figli naturali degli affidatari che per questo è stato condannato a Como. Ora i gemelli sono stati tolti “d’urgenza” ai coniugi.
Secondo il racconto di Silvia, i genitori avrebbero cercato d’indurla ad abortire dopo che era rimasta incinta del padre definendo il nascituro “un abominio della natura”. Proprio per punirla le avrebbero poi cucito i genitali durante i riti satanici di cui ha raccontato ai numerosi magistrati che si sono occupati negli anni del suo caso e che sarebbero acclarati da certificati medici.
Il legale, “la vita della mia assistita è distrutta”
“Il Csm e la Procura di Genova (competente sui colleghi di Siena) valuteranno se ci siano state delle omissioni dei magistrati di Siena che si sono occupati della vicenda archiviando le denunce della mia assistita” dice all’AGI l’avvocato Massimo Rossi che assiste Silvia -. La sua vita è stata rovinata e nessun risarcimento può restituirle la serenità ma vogliamo andare fino in fondo”.
Rossi già negli anni scorsi ha più volte sollecitato il Csm sulle “anomale archiviazioni” ma sostiene di non avere mai avuto riscontri.