AGI – “Abbiamo chiesto che si possa arrivare velocemente alla formazione di un governo perché abbiamo questa emergenza che si chiama caro bollette che sta colpendo imprese e famiglie.
È la famosa stangata e dobbiamo intervenite subito, non abbiamo tempo da perdere”. Lo afferma il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, parlando a Rtl 102.5.
“Legittimamente – aggiunge Bonomi – i partiti vogliono realizzare le promesse fatte durante la campagna elettorale, però non abbiamo più il rimbalzo economico degli ultimi due anni. Nella Nadef si parla di una crescita dello 0,6%, ma non avremo più a disposizione quell’extragettito che ha consentito al governo di Draghi di fare interventi per quasi 60 miliardi”.
“Abbiamo poche risorse – conlude Bonomi – le dobbiamo mettere tutte sul caro bollette. Ci sarà tempo e modo per pensare alla flat tax e ai prepensionamenti. Oggi dobbiamo salvare l’industria italiana, perché senza l’industria non c’è l’Italia”.
Sul caro energia “la situazione è piuttosto complicata”. Ha spiegato il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, aggiungendo che “sono a rischio migliaia di imprese e questo vuol dire centinaia di migliaia di posti di lavoro e quindi il reddito delle famiglie”.
“Nel 2019 – ricorda – l’industria italiana spendeva 8 miliardi per la bolletta energetica, quest’anno ne spenderà 110: questo da’ la dimensione dell’emergenza che dobbiamo affrontare. Non abbiamo tempo da perdere, dobbiamo intervenire subito”.
“Il problema del caro energia – aggiunge Bonomi – viene associato alla guerra russo-ucraina, ma non è così. Il mio primo intervento è del 10 settembre del 2021 perché già vedevamo una speculazione in essere sul mercato olandese e quindi avevamo chiesto di intervenire. Ci siamo fatti trovare impreparati: adesso sui mercati ci sono dei comportamenti che non vanno bene e devono essere censurati”.
Tra i primi provvedimenti che Confindustria si aspetta dal governo ci sono: “il tetto al prezzo del gas, la sospensione temporanea del mercato Eds che e’ quello dei certificati verdi, lo sblocco delle autorizzazioni per gli impianti rinnovabili – abbiamo 400 autorizzazioni bloccate – , una quota riservata della produzione nazionale di energia rinnovabile a prezzi calmierati per l’industria e soprattutto che l’Europa dia la possibilità di usare i fondi di coesione che ammontano a circa 40 miliardi”.