AGI – I mercati rimbalzano, pur continuando a muoversi in un contesto difficile e volatile. In Asia i listini sono in rialzo e salgono i future a Wall Street e in Europa, dopo il rally di lunedì, trainato da alcune solide trimestrali bancarie e dalla rinnovata fiducia degli investitori nel governo britannico, dopo il dietrofront del nuovo cancelliere dello Scacchiere Jeremy Hunt sul contestato piano di tagli delle tasse del suo precedessore.
Intanto gli analisti di Morgan Stanley ritengono che la svolta fiscale a U di Londra è probabile che abbia implicazioni significative per la Boe, che il 3 novembre probabimente rivedrà il suo aumento dei tassi a 75 punti base, invece degli attesi 100 punti base.
Resta invece in bilico il governo di Liz Truss, nonostante l’azzeccata mossa di Hunt. La premier per ora non molla, anche se appare decidamente arrivata al capolinea. In ripresa la sterlina, che lunedì è risalita dell’1% sopra 1,14 dollari e martedì frena a quota 1,13. Giù invece lo yen, che ha toccato un nuovo minimo da 32 anni nel cambio con il dollaro sfondando quota 149 e alimentando le speculazioni su un possibile nuovo intervento del governo giapponese,
Intanto i prezzi del petrolio sono in lieve calo sui mercati asiatici, penalizzati dai timori che l’inflazione ostinatamente alta possa portare l’economia mondiale a una recessione. I future sul greggio Brent e sul Wti cedono lo 0,2% rispettivamente sopra 91 dollari e oltre quota 85 dollari al barile.
Martedì a Wall Street sarà il turno di Netflix, United Arilines e Goldman Sachs, che dovrebbe svelare un piano di ristrutturazione con la riorganizzazione delle proprie attività in tre divisioni. “Ottobre è un periodo stagionalmente favorevole ai rimbalzi – commenta Vincenzo Bova, strategist di MPS Capitalservices – Normalmente si fa un minimo e poi parte un rally, come quello di giovedì scorso, che poi dura fino alla fine del mese. Storicamente questo rally capita quando ci sono le elezioni di midterm negli Usa, che si terranno adesso, a novembre. Ma stavolta il minimo che ha fatto partire il rally probabilmente c’è stato prima, il 13 ottobre. Inoltre di solito quello di ottobre è un minimo dell’anno, mentre stavolta, coi tempi che corrono, è difficile dirlo, probabilmente arriveranno minimi ancora più bassi. Comunque, per come ha reagito il mercato, questa settimana potrebbe essere positiva, ma sempre in un trend di fondo negativo. Il che vuol dire che qualsiasi rialzo sarà temporaneo”.
Martedì in Asia la Borsa di Tokyo avanza di oltre l’1,5%, Hong Kong sale di oltre mezzo punto percentuale e Shanghai è positiva, mentre i future a Wall Street salgono di circa l’1,5%, dopo aver chiuso lunedì in rally, con l’S&P 500 in rialzo di oltre il 2,66% e il Nasdaq a +3,43%, trainata dagli ottimi conti di Bank of America (+6,09%) e Bank of New York Mellon (+5,12%).
Anche Tesla, che questa settimana presenterà il bilancio, ha registrato un balzo del 7,01% e Meta del 5,74%, nonostante la crescita inferiore alle previsioni degli utenti attivi mensili su “Horizon Worlds”. Bene anche Netflix (+6,57%), Microsoft (+3,92%), Amazon (+6,45%) e Alphabet (+3,53%).
La brusca frenata dell’attività manifatturiera nell’area di New York è stata letta come un possibile motivo del rallentamento del ritmo dei rialzi dei tassi d’interesse da parte della Fed. Anche un pool di economisti, sponsorizzati dal Wsj, prevede che l’economia Usa entrerà in recessione nei prossimi 12 mesi, spingendo le imprese a tagliare posti di lavoro e, molto probabilmente, la Fed a rivedere la sua aggressiva politica dei tassi. In rialzo di oltre l’1% anche i future sull’EuroStaxx 50, dopo la chiusura positiva delle Borse europee.
Sul fronte della crisi energetica, la Commissione presenterà martedì a Strasburgo la proposta per far fronte all’emergenza, in vista del vertice Ue del 20 e 21 ottobre. L’Ue vuole intervenire sul Ttf con un tetto, temporaneo, da attivare in caso di necessità, e propone di creare un nuovo benchmark.
Il prezzo del gas naturale anche lunedì è sceso, nonostante il ceo di Gazprom, Alexei Miller, abbia nuovamente avvertito l’Europa che il tentativo di imporre un tetto al prezzo del gas russo comporterà il taglio delle forniture.
I contratti all’hub di riferimento Ttf di Amsterdam hanno perso oltre l’8% a 130 euro al megawattora. Intanto la Cina ha interrotto le vendite di Gnl agli acquirenti stranieri per garantire la propria fornitura in vista dell’inverno.
Sul fronte valutario l’euro è rafforzato sul dollaro e ha chiuso in rialzo. Quanto all’obbligazionario la marcia indietro del governo britannico ha avuto effetti benefici sul Gilt, con il tasso del decennale in riduzione al 3,958%. Il raffreddamento delle tensioni si è fatto sentire su tutti i titoli dell’Eurozona. Lo spread tra Btp decennali e omologhi Bund tedeschi ha terminato la giornata in calo a 239 punti contro i 246 della vigilia.
Intanto la Cina ha deciso di rimandare la pubblicazione del dato odierno sul Pil del terzo trimestre insieme a una serie di altri indicatori economici previsti per questa settimana. A Pechino è in corso il 20esimo Congresso del partito comunista che dovrebbe dare al presidente Xi Jinping uno storico terzo mandato.
L’Ufficio nazionale di statistica di Pechino ha annunciato che il rilascio dei dati economici sarà “rinviato”, senza specificarne il motivo. Gli analisti nel terzo trimestre si attendevano un’accelerazione congiunturale della crescita del 3,4% dopo il calo del secondo trimestre, causato dai lockdown che ha richiuso diverse città, tra cui la capitale finanziaria Shanghai.
E sempre martedì negli Usa saranno pubblicati diversi dati relativi al settore immobiliare e sarà diffusa la stima della produzione industriale di settembre. In Giappone, dopo il crollo dello yen, il ministro delle Finanze, Shunichi Suzuki, ribadisce che Tokyo è pronta ad assumere misure “appropriate” percontrastare “movimenti eccessivi” dello yen sui mercati internazionali dei cambi.
Intanto l’Ue aumenta gli aiuti militari all’Ucraina a 3,1 miliardi e approva la missione di addestramento di almeno 15 mila soldati di Kiev. Gli Stati Uniti e l’Europa minacciano sanzioni all’Iran per aver fornito i droni a Mosca.