Lo sciopero massiccio dei dipendenti di TotalEnergies ed Esso-ExxonMobil, che gestiscono alcune tra le maggiori raffinerie del Paese, tra cui anche quella della Normandia – la più grande – sta mettendo in seria difficoltà tutto il Paese. È la Cgt, uno dei più importanti sindacati dei lavoratori francesi, a guidare gli scioperanti, che stanno bloccando l’accesso ai depositi di carburante.
Questo sta causando ripercussioni gravi sulla Francia intera, il Paese accusa una seria carenza di benzina in più del 30% delle stazioni di servizio. Il Governo è stato costretto a intervenire lunedì 10 ottobre per chiedere la revoca dei blocchi dei depositi. Il motivo di tale sciopero? I lavoratori chiedono l’aumento dei salari, che risultano troppo bassi oggi a causa dell’inflazione. Ma non è tutto: la richiesta è anche di poter partecipare alla divisione dei profitti dei colossi del petrolio.
È questa la più grande minaccia attuata dagli scioperanti guidati dal sindacato: o si condivide il profitto extra realizzato grazie all’aumento dei costi dell’energia, oppure la benzina resterà per sempre bloccata. Le raffinerie del Paese sono quasi totalmente chiuse, ormai da due settimane i lavoratori francesi non si muovono e non vogliono sentire ragioni.
Cosa chiedono i lavoratori
La richiesta? Che i salari base siano aumentati del 10%, per far fronte all’inflazione. C’è chi al momento ha fatto qualche piccolo passo verso gli operai, proponendo un aumento di stipendio pari al 6,5%. Secondo il sindacato Cgt però non basta e, anzi, si teme che l’azienda – nella sua offerta – abbia conteggiato promozioni e scatti di anzianità, che non dovrebbero essere invece considerati nel salario base.
L’unica cosa certa al momento è che TotalEnergies ha deciso di rendersi disponibile nel mese di ottobre – anziché novembre – per un tavolo di trattative. Ma non basta agli scioperanti, e nemmeno al sindacato, e la Francia continua a restare senza benzina. Si prosegue quindi con la serrata, che chiaramente mette in seria difficoltà il Governo.
La difficile situazione parigina
Non ci sono solo gli scioperi nelle raffinerie a Parigi, ma anche nelle ferrovie e dei camionisti sulle strade (situazione analoga a quella italiana). Uno scenario alquanto complesso per la capitale francese. Il Governo fatica a trovare una soluzione, cerca di essere solidale con i lavoratori, ma non è facile, anzi. Passa il tempo e aumenta il caos in diverse parti del Paese, l’Esecutivo inizia ad accusare il colpo, con tanto nervosismo. Per questo Olivier Véran, portavoce del Governo, ha minacciato di usare la forza per eliminare i blocchi dalle raffinerie. Ma la Cgt non molla.
Per il 2022 però il Governo ha previsto un aumento dell’inflazione oltre il 5%, e per il 2023 del 4%. È chiaro che i lavoratori non sono condannabili, anzi. Aumentano anche i costi dei beni alimentari, come sta succedendo in Italia, fare la spesa è diventato un salasso per le famiglie, e il sindacato francese chiede l’aumento del salario base di ogni operaio, il potere d’acquisto del cittadino è diminuito parecchio, e la questione deve essere risolta.
Che cosa sappiamo sugli extra profitti
Secondo quanto dichiarato dalla stampa francese, ExxonMobil – che è il primo gruppo petrolifero privato al mondo – “ha registrato un utile netto di 17,9 miliardi di dollari (18,43 miliardi di euro) solo per il secondo trimestre” del 2022. Lo stesso vale per TotalEnergies, che vende gas e petrolio: utile di 10,6 miliardi di dollari da gennaio a giugno 2022. Il colosso sa che realizzerà risultati eccezionali quest’anno, e infatti aveva deciso di dare la priorità ai suoi dipendenti “nella condivisione del valore”, dovevano “ricevere il giusto compenso per i loro sforzi sulla busta paga entro la fine dell’anno”. Così non è stato, e i lavoratori sono chiaramente risentiti.
Olivier Véran ha dichiarato che i blocchi sono “eccessivi e anormali. Il Governo chiede che vengano rimossi senza indugio. Altrimenti, ci assumeremo le nostre responsabilità, cioè potremmo essere costretti a sbloccarli riaprendo l’accesso ai centri di deposito e alle raffinerie e quindi requisire il personale appropriato per consentire la normalizzazione della situazione”. Per tornare alla “normale operatività” ci vorranno sicuramente alcuni giorni, circa 15, secondo la stima del portavoce del Governo.
Francia senza benzina
Le stazioni di servizio in Francia sono chiuse, ci sono code lunghissime nei distributori aperti e i prezzi in continuo aumento (ne sappiamo qualcosa). I sindacati degli operatori sanitari hanno richiesto la priorità nell’accesso alle stazioni, per poter assicurare l’assistenza medica a chi ne ha bisogno a domicilio.
Il sindacato ha comunicato: “TotalEnergies sta cercando di imporre una sospensione dello sciopero prima di una riunione di negoziazione e quindi prima di qualsiasi proposta di aumento salariale. Questo tentativo è percepito come un ricatto da parte della Cgt e non garantisce in alcun modo la soddisfazione delle richieste espresse e quindi la ripresa del lavoro”.
TotalEnergies vorrebbe concentrarsi sui salari per il 2023, ma visto che l’inflazione oggi è alta, il sindacato sottolinea che bisogna iniziare a pensare al 2022, anzi è già tardi. Vedremo come andrà a finire.