La storia di MV è legata alla gloria negli anni d’oro del motociclismo moderno e delle grandi imprese. Un’epopea di vittorie con piloti leggendari sui più importanti circuiti del mondo. Comunemente associata alla carriera del grande Giacomo Agostini, per tanto tempo è stata la moto che ha conquistato allori iridati, non solo con “Ago”, ma con nomi come Ubbiali, Sandford, Provini, Surtees, Hocking, Hailwood e Read, che non sono stati da meno nell’esaltare il marchio di Schiranna portandolo alla vittoria.
Raffinate e potenti, le moto del “conte” furono, a cavallo tra gli anni cinquanta e gli anni settanta, le moto da battere per chiunque e chiunque ci sia riuscito, non ha realizzato un’impressa facile. Lo stesso blasone di MV lo si può sintetizzare con l’ingaggio di Agostini che, talentuoso e promettente, proveniva dalla Moto Morini dove gli avrebbero garantito un posto a vita, ma scelse con grande lungimiranza, una moto vincente per diventare anch’egli un mito. Il fatto curioso è che Agostini fu ricevuto da Domenico Agusta per il contratto, se non dopo ore di anticamera, quando oggi, per un campionissimo non si farebbe attendere cinque minuti.
I numeri di MV sono veramente impressionanti e si tratta di trentotto titoli piloti contro trentasette titoli costruttori suddivisi in quattro classi del Motomondiale. I sei titoli piloti della 125, sommati ai cinque della 250, di fatto sono molti, ma salendo di cilindrata sale anche l’attitudine alla vittoria con i dieci mondiali della 350. Nonostante ciò, è nella classe regina che i piloti si esaltano e inanellando diciotto titoli 500, di cui diciassette consecutivi. Un record battibile solo dalla somma dei piloti campioni del mondo di Yamaha e Honda.
Apprezzate da tutti, come molti piloti stranieri, anche le moto che ci hanno reso orgogliosi in tutto il mondo ad un certo punto han ceduto il passo al dominio giapponese, concludendo una parabola vincente con i due campionati conquistati da Phil Read in 500 e l’emblematico passaggio di Agostini alla Yamaha con la quale, di lì a poco, si sarebbe poi confermato il campione che è stato.
La situazione dell’azienda, ormai fuori dalle corse che contavano, vide periodi difficili entro i quali ci fu poi il rilancio da parte dei fratelli Castiglioni sotto i quali, tornò fortunatamente tra le moto stradali con modelli accattivanti come l’F4 o la primissima MV Butale, che aveva il ruolo di penetrare il mercato delle naked, un po’ come fece qualche hanno prima la Ducati con il modello Monster, sempre sotto l’egida Castiglioni.
Legato al mercato, il ritorno dei MV nelle competizioni lo si deve al mondiale delle derivate di serie dove prese parte in primis al Campionato Europeo Superstock1000 con l’F4 in cui tornò ufficialmente alla vittoria di una gara internazionale. Grazie al WorldSSP, dal 2013 è tornata in pianta stabile in un mondiale con l’F3 dove ha totalizzato nove vittorie, l’ultima risalente al 2017 in Australia quando Roberto Rolfo tagliò per primo il traguardo di Philip Island.
Oggi è ancora un brand molto apprezzato, tanto da comparire in alcune pellicole cinematografiche come “Il Cavaliere Oscuro” di Christopher Nolan, “Io Robot” di Alex Proyas o “Batman vs Superman” di Zack Snyder. Il vero film potrebbe però essere un altro titolo alla portata della Squadra Corse impegnata nel mondiale supersport con il turco Bahattin Sofuoğlu in testa alla classifica del WorldSSP Challenge 2022 e che con l’ultima gara di Portimão in Portogallo si gioca quello che per MV sarebbe un trionfo continentale, dopo qualche stagione di presenza costante.
Un ritorno al successo di una categoria nell’ambito delle gare mondiali rappresenta una bella soddisfazione e una grande risposta per tutti gli appassionati che attendono risultati da tempo e l’occasione di dire che queste moto tanto amate non sono solo belle da vedere, ma anche vincenti. Un sogno, per ora, che possiamo cullare serenamente, in attesa di vedere se sarà le prima o l’unica marca italiana di quest’anno a laureare un campione.