Fratelli d’Italia e in particolare Giorgia Meloni vincono queste elezioni, come già era stato ampiamente annunciato dai sondaggi. E questo è il motivo per cui ci chiediamo ora che il centrodestra è al vetrice, che cosa succederà nei prossimi anni, come cambierà il nostro Paese.
Ovviamente quello che interessa noi in questo momento è riuscire a capire quali sono i programmi futuri per quanto riguarda il settore auto e mobilità. Nei giorni scorsi Motor1 ha raccolto alcune testimonianza e realizzato interviste, capiamo insieme quindi qual è il destino del nostro Paese per quanto riguarda il settore automotive.
Fratelli d’Italia: i programmi
Il partito “vincitore” parla di una sorta di “neutralità tecnologica”. Come Procaccini ha spiegato “un adeguato futuro della mobilità passa per maggiore equilibrio e gradualità nell’adozione di misure per combattere i cambiamenti climatici”. Nei programmi quindi non rientra solo l’elettrico, ma anche i biocarburanti e l’idrogeno. L’obiettivo è quello di “non dover dipendere totalmente da Paesi, come la Cina, che hanno quasi il monopolio dei materiali e dei componenti per produrre e far funzionare le macchine elettriche, dalle batterie ai microchip”.
Giorgia Meloni (che auto guida?) e il suo partito pensano infatti che questa sia l’unica via per tutelare i lavoratori del settore; il comparto dell’automotive occupa 300.000 addetti e vale il 6,2% del Pil. Procaccini non si fa problemi e, senza peli sulla lingua, commenta la decisione dell’Europa di stoppare la vendita di vetture con motori tradizionali a benzina e diesel a partire dal 2035, definendola “un clamoroso autogol”. E insiste infatti sottolineando: “I recenti incentivi all’acquisto vedono uno sbilanciamento a favore di auto elettriche e ibride, le quali però, come dimostrano i dati, non sono tra le più richieste dagli italiani e quindi non spingono la ripresa. Riteniamo importante programmare un riequilibrio a favore di tutto il parco auto”.
Fratelli d’Italia dice “no” al 100% elettrico, ma questo non significa che non siano stati pensati nuovi progetti per le auto a zero emissioni, anzi: “Per una diffusione più capillare delle colonnine per la ricarica di veicoli elettrici, bisogna invece favorirne le installazioni private all’interno di condomini residenziali, uffici e singole abitazioni. Ma questa ed altre strategie producono risultati reali solo se sono coordinate e attuate all’interno di una pianificazione chiara e coerente rispetto agli obiettivi”.
Che cosa dice Forza Italia
Il programma di FdI deve comunque essere confrontato con quello degli alleati; Alessandro Cattaneo, responsabile dei Dipartimenti di Forza Italia, dichiara: “Il settore automotive vive un momento complesso e di pressione crescente. Bisogna affrontare il tema dell’impatto ambientale dei trasporti con un atteggiamento non ideologico, che guardi alla riduzione delle emissioni di CO2 tenendo anche conto della sostenibilità industriale e produttiva del Paese”. La proposta è “un piano industriale per il rilancio di tutta la filiera, dalla componentistica alla produzione dei veicoli, che passa attraverso diverse fasi: dall’ampliamento del portafoglio tecnologico alla riconversione di molte aziende”.
I programmi della Lega
Alessandro Morelli, viceministro alle Infrastrutture e alla Mobilità sostenibili, svela che l’idea è quella di “ricomprendere nel credito d’imposta per la formazione 4.0 anche l’area relativa alle tecniche e tecnologie della mobilità elettrica, per accompagnare i lavoratori del settore nell’acquisizione delle nuove competenze richieste dalla filiera dell’e-mobility”.
La Lega comunque, nonostante i piani di ampliamento delle infrastrutture di ricarica per auto elettriche, lancia comunque un importante allarme: “Puntare esclusivamente sull’elettrico significa, da una parte, mandare in fumo migliaia di posti di lavoro, dall’altra legarsi mani e piedi alla dittatura comunista cinese, opzione pericolosa e distonica rispetto al posizionamento nel quadro Occidentale”. Nell’Accordo quadro per un Governo di centrodestra si parla poi di “incentivare l’utilizzo del Trasporto Pubblico Locale e promuovere e favorire politiche di mobilità urbana sostenibile”. Vediamo che cosa succederà.