AGI – “La FIDE è pronta a incaricare la sua commissione Fair Play per avviare un’indagine approfondita sull’incidente” che ha coinvolto il campione del mondo Magnus Carlsen e Hans Niemann, “quando saranno messe a disposizione le prove adeguate e tutte le parti coinvolte riveleranno le informazioni a loro disposizione“.
Dopo fiumi di articoli, illazioni, sospetti e ipotesi, alcune poco credibili cavalcate da giornali e social, la Federazione Internazionale degli Scacchi ha deciso di uscire allo scoperto e, con una nota, ha preso posizione sulla vicenda che sta agitando l’intero mondo scacchistico e sottolineando il pericolo del “cheating” (giocare imbrogliando) per l’intero movimento.
Prima di tutto, i fatti
La settimana scorsa il campione del mondo, Magnus Carlsen, dopo solo una mossa, ha abbandonato la partita, giocata online durante la Julius Baer Generation Cup, contro il 19enne americano, Hans Niemann. Precedentemente aveva deciso di ritirarsi da un altro torneo, la Sinquefield Cup organizzata dal prestigioso Club di Saint Louis, dopo aver perso, stavolta alla scacchiera, con Niemann.
Il 31enne di Tonsberg, dopo un messaggio sui social con tanto di Gif, ha fatto intendere che il motivo del ritiro potesse essere collegato a un gioco “non pulito” condotto dell’avversario. “If I speak I’m in big trouble”. Carlsen ha utilizzato la famosa frase di Mourinho per sottolineare quello che non poteva dire apertamente.
I’ve withdrawn from the tournament. I’ve always enjoyed playing in the @STLChessClub, and hope to be back in the future https://t.co/YFSpl8er3u
— Magnus Carlsen (@MagnusCarlsen)
September 5, 2022
Niemann ha dovuto così difendersi pubblicando un lungo video dove ha ammesso di aver imbrogliato da ragazzo, in due occasioni, per salire di punteggio sul sito chess.com e sfidare i giocatori più forti. “Errori del passato”, ha assicurato. Niente a che vedere con la sua crescita, i sui risultati e il titolo di ‘Grande Maestro’ ottenuto negli anni successivi.
Nella giornata di giovedì Carlsen ha rilasciato un’intervista in cui ha spiegato che potrebbe rivelare altri dettagli alla fine della Julius Baer Generation Cup mandando, allo stesso tempo, un’altra frecciatina a Niemann: “Purtroppo non posso pronunciarmi in merito, ma la gente puo’ trarre le proprie conclusioni, e certamente lo ha gia’ fatto. Devo dire che sono molto colpito dal gioco di Niemann e credo che il suo mentore Maxim Dlugy stia facendo un ottimo lavoro”.
Dlugy, che oggi non segue più Niemann, come hanno riordato molti maestri, fu estromesso da chess.com nel 2017 per aver presumibilmente barato durante un “Titled Tuesday”, torneo riservato ai giocatori titolati. Insomma, tra accuse più o meno velate, l’affaire Carlsen-Niemann si e’ ingigantito troppo e la Fide “visto che l’incidente continua a degenerare” si e’ trovata costretta a intervenire “in quanto organo di governo degli scacchi a livello mondiale” che, tra i suoi compiti, ha quello di “proteggere l’integrita’ del gioco e la sua immagine”.
“I have to say I am very impressed by Niemann’s play and I think his mentor Maxim Dlugy must have been doing a great job”
Hans’s former trainer Maxim Dlugy has been banned from chesscom after allegedly cheating in one of the first Titled Tuesdays back in 2017. pic.twitter.com/abdkXiaHOZ
— Yosha Iglesias (@IglesiasYosha)
September 21, 2022
La premessa della FIDE è un richiamo a Carlsen per come ha gestito tutta la situazione. “Innanzitutto, crediamo fermamente che il Campione del Mondo abbia una responsabilita’ morale legata al suo status, poiché è considerato un ambasciatore globale del gioco. Le sue azioni hanno un impatto sulla reputazione dei suoi colleghi, sui risultati sportivi e, in ultima analisi, possono essere dannose per il nostro gioco. Crediamo fermamente che ci fossero modi migliori per gestire questa situazione“.
Nonostante questo, l’organo sembra schierarsi dalla parte del norvegese, o meglio del gioco senza sospetti. “Allo stesso tempo, condividiamo le sue profonde preoccupazioni per i danni che il cheating arreca agli scacchi. La FIDE ha condotto una lotta contro chi imbroglia per molti anni e ribadiamo la nostra politica di tolleranza zero contro qualsiasi azione che aggiri le regole. Che sia online o “over the board”, l’imbroglio rimane un imbroglio. Siamo fortemente impegnati in questa lotta e abbiamo investito nella formazione di un gruppo di specialisti per mettere a punto sofisticate misure preventive che gia’ si applicano ai principali eventi FIDE”.
Poi il monito: “come abbiamo già fatto in precedenza, la FIDE chiede di rafforzare la cooperazione tra le principali piattaforme online, gli eventi privati e i giocatori di alto livello, la maggior parte dei quali ha già espresso la volontà di unire gli sforzi” per combattere una minaccia vera per il futuro del gioco. Sul caso Niemann-Carlsen viene perciò auspicata una maggiore chiarezza perché “siamo pienamente consapevoli che, in alcuni casi, l’incertezza può danneggiare le prestazioni dei giocatori. Può anche danneggiare la reputazione di un solo giocatore: ecco perche’ insistiamo sul rispetto dei protocolli anti-cheating”.
“Ci auguriamo – conclude la nota – che l’intera situazione possa avere un effetto positivo a lungo termine, se affrontata correttamente. Proponiamo di lanciare un panel dedicato, che includa i rappresentanti delle principali piattaforme scacchistiche, i Grandi Maestri, gli esperti di anti-cheating e i funzionari della FIDE, al fine di combattere questo rischio ed evitare che diventi una vera e propria piaga”.
AGI – “La FIDE è pronta a incaricare la sua commissione Fair Play per avviare un’indagine approfondita sull’incidente” che ha coinvolto il campione del mondo Magnus Carlsen e Hans Niemann, “quando saranno messe a disposizione le prove adeguate e tutte le parti coinvolte riveleranno le informazioni a loro disposizione”.
Dopo fiumi di articoli, illazioni, sospetti e ipotesi, alcune poco credibili cavalcate da giornali e social, la Federazione Internazionale degli Scacchi ha deciso di uscire allo scoperto e, con una nota, ha preso posizione sulla vicenda che sta agitando l’intero mondo scacchistico e sottolineando il pericolo del “cheating” (giocare imbrogliando) per l’intero movimento.
Prima di tutto, i fatti
La settimana scorsa il campione del mondo, Magnus Carlsen, dopo solo una mossa, ha abbandonato la partita, giocata online durante la Julius Baer Generation Cup, contro il 19enne americano, Hans Niemann. Precedentemente aveva deciso di ritirarsi da un altro torneo, la Sinquefield Cup organizzata dal prestigioso Club di Saint Louis, dopo aver perso, stavolta alla scacchiera, con Niemann.
Il 31enne di Tonsberg, dopo un messaggio sui social con tanto di Gif, ha fatto intendere che il motivo del ritiro potesse essere collegato a un gioco “non pulito” condotto dell’avversario. “If I speak I’m in big trouble”. Carlsen ha utilizzato la famosa frase di Mourinho per sottolineare quello che non poteva dire apertamente.
I’ve withdrawn from the tournament. I’ve always enjoyed playing in the @STLChessClub, and hope to be back in the future https://t.co/YFSpl8er3u — Magnus Carlsen (@MagnusCarlsen)
September 5, 2022
Niemann ha dovuto così difendersi pubblicando un lungo video dove ha ammesso di aver imbrogliato da ragazzo, in due occasioni, per salire di punteggio sul sito chess.com e sfidare i giocatori più forti. “Errori del passato”, ha assicurato. Niente a che vedere con la sua crescita, i sui risultati e il titolo di ‘Grande Maestro’ ottenuto negli anni successivi.
Nella giornata di giovedì Carlsen ha rilasciato un’intervista in cui ha spiegato che potrebbe rivelare altri dettagli alla fine della Julius Baer Generation Cup mandando, allo stesso tempo, un’altra frecciatina a Niemann: “Purtroppo non posso pronunciarmi in merito, ma la gente puo’ trarre le proprie conclusioni, e certamente lo ha gia’ fatto. Devo dire che sono molto colpito dal gioco di Niemann e credo che il suo mentore Maxim Dlugy stia facendo un ottimo lavoro”.
Dlugy, che oggi non segue più Niemann, come hanno riordato molti maestri, fu estromesso da chess.com nel 2017 per aver presumibilmente barato durante un “Titled Tuesday”, torneo riservato ai giocatori titolati. Insomma, tra accuse più o meno velate, l’affaire Carlsen-Niemann si e’ ingigantito troppo e la Fide “visto che l’incidente continua a degenerare” si e’ trovata costretta a intervenire “in quanto organo di governo degli scacchi a livello mondiale” che, tra i suoi compiti, ha quello di “proteggere l’integrita’ del gioco e la sua immagine”.
“I have to say I am very impressed by Niemann’s play and I think his mentor Maxim Dlugy must have been doing a great job” Hans’s former trainer Maxim Dlugy has been banned from chesscom after allegedly cheating in one of the first Titled Tuesdays back in 2017. pic.twitter.com/abdkXiaHOZ — Yosha Iglesias (@IglesiasYosha)
September 21, 2022
La premessa della FIDE è un richiamo a Carlsen per come ha gestito tutta la situazione. “Innanzitutto, crediamo fermamente che il Campione del Mondo abbia una responsabilita’ morale legata al suo status, poiché è considerato un ambasciatore globale del gioco. Le sue azioni hanno un impatto sulla reputazione dei suoi colleghi, sui risultati sportivi e, in ultima analisi, possono essere dannose per il nostro gioco. Crediamo fermamente che ci fossero modi migliori per gestire questa situazione”.
Nonostante questo, l’organo sembra schierarsi dalla parte del norvegese, o meglio del gioco senza sospetti. “Allo stesso tempo, condividiamo le sue profonde preoccupazioni per i danni che il cheating arreca agli scacchi. La FIDE ha condotto una lotta contro chi imbroglia per molti anni e ribadiamo la nostra politica di tolleranza zero contro qualsiasi azione che aggiri le regole. Che sia online o “over the board”, l’imbroglio rimane un imbroglio. Siamo fortemente impegnati in questa lotta e abbiamo investito nella formazione di un gruppo di specialisti per mettere a punto sofisticate misure preventive che gia’ si applicano ai principali eventi FIDE”.
Poi il monito: “come abbiamo già fatto in precedenza, la FIDE chiede di rafforzare la cooperazione tra le principali piattaforme online, gli eventi privati e i giocatori di alto livello, la maggior parte dei quali ha già espresso la volontà di unire gli sforzi” per combattere una minaccia vera per il futuro del gioco. Sul caso Niemann-Carlsen viene perciò auspicata una maggiore chiarezza perché “siamo pienamente consapevoli che, in alcuni casi, l’incertezza può danneggiare le prestazioni dei giocatori. Può anche danneggiare la reputazione di un solo giocatore: ecco perche’ insistiamo sul rispetto dei protocolli anti-cheating”.
“Ci auguriamo – conclude la nota – che l’intera situazione possa avere un effetto positivo a lungo termine, se affrontata correttamente. Proponiamo di lanciare un panel dedicato, che includa i rappresentanti delle principali piattaforme scacchistiche, i Grandi Maestri, gli esperti di anti-cheating e i funzionari della FIDE, al fine di combattere questo rischio ed evitare che diventi una vera e propria piaga”.