AGI – Per fronteggiare l’instabilità delle catene di approvvigionamento (in gergo tecnico supply chain) e migliorare la sostenibilità delle industrie produttive, quasi un Chief Supply Chain Officer (il top manager che in un’azienda si occupa della supply chain, anche CSCO) su due (il 47%) ha dichiarato di aver introdotto nuove tecnologie di automazione negli ultimi due anni.
È quanto emerge da uno studio dell’IBM Institute for Business Value, che ha intervistato 1500 tra Chief Supply Chain Officer e Chief Operating Officer (il COO è il responsabile della gestione operativa di un’impresa) di 35 Paesi e 24 settori industriali. In particolare dall’analisi è emerso che queste figure manageriali hanno dichiarato di aver scelto l’automazione perché è un approccio che può aggiungere prevedibilità, flessibilità e intelligenza alle operazioni della supply chain, e di utilizzare l’Intelligenza Artificiale per monitorare e tracciare le prestazioni.
Secondo il rapporto inoltre 1 CSCO su 2 (il 52%) pone la sostenibilità in cima alla lista delle priorità di cambiamento per le quali l’infrastruttura tecnologica può fornire una spinta concreta. Il 50% dichiara che i propri investimenti in sostenibilità accelereranno la crescita aziendale. È risultato dalle dichiarazioni degli stessi manager poi che le pressioni più dirette verso la trasparenza della sostenibilità provengono da: investitori (56%), membri del consiglio di amministrazione (50%) e clienti (50%).
Lo studio prende anche in considerazione gli “innovatori”, che si sono distinti per la capacità di accelerare l’innovazione (20% degli intervistati) e che hanno già esperienza dei benefici di tecnologie come AI e automazione. Questo gruppo, secondo i dati, sta già superando i colleghi su parametri chiave tra cui una crescita del fatturato annuo superiore dell’11%.
I parametri sono: l’integrazione di flussi di lavoro automatizzati tra le funzioni organizzative e con i loro partner per ottenere visibilità, approfondimenti e azioni in tempo reale (il 95% in più rispetto agli altri CSCO). La modernizzazione della loro infrastruttura tecnologica: il 56% opera attualmente su cloud ibrido e il 60% sta investendo in infrastrutture digitali per scalare e fornire valore. L’ampliamento delle loro iniziative di sostenibilità, creando nuovi prodotti e servizi. Il 58% vede l’opportunità di migliorare il coinvolgimento dei clienti attraverso gli imperativi di sostenibilità. E infine una dichiarata maggiore attenzione alla cybersecurity (quasi il 20% in più rispetto agli altri CSCO).
“Per combattere efficacemente i fattori di stress senza precedenti della supply chain, come l’inflazione, è imperativo che i CSCO si concentrino sull’attuazione di iniziative di analytics, AI e automazione per costruire supply chain intelligenti, resilienti e sostenibili” ha dichiarato Jonathan Wright, IBM Consulting Global Managing Partner, Sustainability Services and Global Business Transformation. “Automazione e AI possono consentire ai CSCO e alle loro organizzazioni di raccogliere dati, identificare i rischi, convalidare la documentazione e fornire audit trail, anche in periodi di forte inflazione, contribuendo nel frattempo alla gestione dei rifiuti e dei consumi di carbone, energia e acqua”.