Avevano messo in piedi un meccanismo di truffa quasi perfetto per riuscire a raggirare i venditori di auto, acquistando i mezzi con finti assegni circolari, ma hanno commesso un errore finendo per farsi scoprire. È stato grazie a una Pec che nel 2021 è partita l’indagine che negli scorsi giorni ha portato all’arresto di due persone e alla denuncia di una terza.
La truffa delle concessionarie finte
La banda di truffatori, finita in manette grazie alle indagini partite un anno fa da parte della polizia stradale di Vercelli, avevano studiato nei minimi dettagli il piano per cercare di accaparrarsi più auto possibili. I due, secondo quanto ricostruito dalle forze dell’ordine nel corso delle indagini, avevano infatti creato delle concessionarie d’auto fittizie appoggiandosi su ditte realmente esistenti che però erano all’oscuro di tutto e, tramite questa attività, acquistavano automobili su internet facendosi pagare con falsi assegni circolari.
Una volta “venduta” l’auto e aver provato a incassare l’assegno, però, agli automobilisti truffati non restava altro che un pugno di mosche in mano. A far sgominare la banda non sono stati i venditori, ma un uomo che titolare di una delle attività utilizzate per la truffa. L’imprenditore, un siciliano, aveva infatti ricevuto una Pec insolita da parte della Camera di Commercio che gli comunicava la variazione della sua impresa di vendita di barche dall’Isola a Vercelli, cambio che non aveva apportato in alcun modo.
Dall’email ricevuta, quindi, l’uomo ha fatto partire la denuncia che ha poi portato, dopo un anno di indagini, a smantellare la banda delle finte concessionarie.
Due arresti, le indagini
La banda di truffatori, come detto, è stata scoperta grazie alle indagini della polizia stradale di Vercelli coordinata dalla Procura. Nel corso dei mesi di lavoro delle forze dell’ordine è emerso un quadro molto chiaro del lavoro dei malviventi che, grazie all’aiuto di un commercialista, individuavano le attività da sottrarre che poi, attraverso delle variazioni e dei raggiri, facevano proprie come base della truffa.
Ma nel corso degli accertamenti della polstrada di Vercelli, già a partire dal caso dell’imprenditore siciliano truffato, si è scoperto che nessuna delle attività rilevate era presente all’indirizzo dichiarato nella variazione dell’impresa. Da gennaio 2021 a oggi sono quindi state raccolte prove e seguiti i movimenti della banda che usava le visure per acquistare auto attraverso diversi siti internet pagandole con falsi assegni circolari. I malviventi sono stati arrestati in flagranza mentre tentavano di intestarsi, utilizzando falsi documenti, un veicolo appena acquistato da un privato in provincia di Lecco. A finire in manette sono state due persone, mentre una terza risulterebbe indagata così come il commercialista che aveva prestato assistenza alla banda.
Questa, tra l’altro, non è l’unica truffa legata alla vendita o acquisizione fittizia di auto. Infatti, come vi avevamo raccontato, diverse sono le truffe legate alle auto usate, ma si sono registrati anche diversi raggiri anche sul car sharing attraverso degli account falsi per cercare di non pagare le corse che prenotate con le macchine a noleggio di alcune delle più importanti aziende sul territorio italiano (ve ne abbiamo parlato qui).