AGI – “Il problema più grande e il mio più grande rimpianto è che sia diventata un’azienda”. Lo ha scritto in un post su Twitter giovedì Jack Dorsey a proposito della piattaforma di microblogging che ha co-fondato nel 2006 e che ha guidato fino al 2021 (uscendo dal board a maggio 2022).
Alla domanda poi su che tipo di struttura avrebbe voluto che Twitter operasse, Dorsey ha detto che dovrebbe essere “un protocollo” e che Twitter non dovrebbe essere di proprietà di uno stato o di un’altra società. Se fosse un protocollo, ha sottolineato, Twitter funzionerebbe in modo molto simile alla posta elettronica, che non è controllata da un’entità centralizzata, e le persone che utilizzano diversi provider di posta elettronica sono in grado di comunicare tra loro.
The biggest issue and my biggest regret is that it became a company.
— jack (@jack)
August 25, 2022
A protocol. Def can’t be owned by a state, or company. Becomes clearer every day.
— jack (@jack)
August 25, 2022
Twitter è impegnata in una battaglia legale con Elon Musk, che aveva offerto 44 miliardi per l’acquisizione della compagnia per poi tornare sui suoi passi. Nei giorni scorsi Dorsey, in rapporti amichevoli con il tycoon, è stato citato in giudizio dal miliardario di origini sudafricane, per fornire informazioni sulle modalità di conteggio degli account spam. Nodo questo al centro della querelle giudiziaria, di cui si sta occupando il tribunale del Delaware: udienza fissata il 17 ottobre.
Dorsey è stato citato anche nei documenti dell’ex capo della sicurezza di Twitter Peiter Zatko perché, si legge nel dossier, ha partecipato alle riunioni sporadicamente e, quando lo ha fatto, era estremamente disimpegnato. “In alcune riunioni, anche dopo essere stato informato su complesse questioni aziendali, Dorsey non ha detto una parola”.
All’inizio di maggio, dopo che Musk aveva annunciato l’acquisizione della società, Dorsey in un thread su Twitter aveva detto che la piattaforma era la cosa più vicina alla “coscienza globale”, esprimendo il rammarico che la compagnia fosse stata quotata in borsa.
“In linea di principio – aveva twittato – non credo che nessuno dovrebbe possedere o gestire Twitter. Deve essere un bene pubblico a livello di protocollo, non un’azienda. Risolvendo il problema del fatto che si tratta di un’azienda, tuttavia, Elon è l’unica soluzione di cui mi fido. Confido nella sua missione di estendere la luce della coscienza”.