AGI – Huawei potrebbe non arrivare al 2025 e deve lottare per sopravvivere a dieci anni di inverno economico, “un periodo doloroso della storia, con l’economia mondiale in recessione”. È la fosca previsione comunicata da Ren Zhengfei, 77 anni, fondatore e CEO dell’azienda di Shenzen, in una lettera ai suoi dipendenti.
A riportare le sue parole è stato per primo il quotidiano finanziario cinese Yicai. Raggiunto poi dal quotidiano South China Morning Post, Ren Zhengfei non ha confermato né smentito l’esistenza della comunicazione.
Le aspettative troppo ottimistiche per il futuro devono essere corrette e nel 2023 o addirittura fino al 2025 dobbiamo adottare la modalità di sopravvivenza
La nota interna di Ren Zhengfei, sottolinea il quotidiano, è diventata in breve tempo virale sui social media cinesi: la sua visione cupa dell’economia globale colpisce uno dei settori chiave degli affari e della tecnologia del paese. “Quello che proponiamo, dobbiamo essere in grado di realizzarlo”, ha detto Ren. “Nessuna storia di fantasia è accettabile. Soprattutto quando si tratta di previsioni aziendali, dobbiamo escludere tutte le illusioni”.
“Le aspettative troppo ottimistiche per il futuro devono essere corrette e nel 2023 o addirittura fino al 2025 dobbiamo adottare la modalità di sopravvivenza”, ha scritto. Per questo, “la sopravvivenza è il programma più importante”.
Secondo Zhengfei il mondo attraverserà un decennio di recessione economica che lascerà molto strascichi e ha chiesto ai suoi dipendenti di concentrarsi sui flussi di cassa. Dieci anni in cui 2023, 2024 e 2025 saranno particolarmente duri. Tanto difficili che Zhengfei teme che Huawei possa non sopravvivere fino al 2025 e fallire nei prossimi due anni.
Per prepararsi al peggio, il piano dell’azienda prevede tagli e revisione degli obiettivi di business. Huawei deve passare dalla ricerca di scala alla ricerca del profitto e del flusso di cassa, ha dichiarato Zhengfei, individuando nel cloud computing una delle priorità, insieme alla produzione e commercializzazione di apparecchiature per le telecomunicazioni.
L’azienda abbandonerà o ridurrà le attività marginali e taglierà i posti di lavoro della sede centrale per conservare le risorse e rafforzare le squadre principali, ha spiegato ancora. “La possibilità di raggiungere una svolta in questo periodo è ancora incerta”, si legge nel suo messaggio in cui si comprende come Huawei non possa più limitarsi a puntare alla crescita delle vendite.
In particolare, si prevede la cancellazione di tutti i progetti più avveniristici e costosi come, ad esempio, la ricerca e lo sviluppo di auto elettriche. Huawei abbandonerà, inoltre, alcuni mercati esteri in cui è attualmente presente. Ma non è stato specificato quali.
Nel 2019 gli Stati Uniti hanno inserito Huawei in una black list di compagnie che metterebbero a rischio la sicurezza nazionale (Huawei ha sempre negato di essere un rischio per la sicurezza). Questo passaggio ha impedito all’azienda di accedere a tecnologie chiave di origine statunitense, danneggiandone la capacità di progettare chip e reperire componenti da fornitori esterni.
Afflitto dalle epidemie di Covid-19 in Cina quest’anno e dalle restrizioni Usa, l’utile netto di Huawei si è dimezzato nella prima metà del 2022 rispetto all’anno precedente, mentre le entrate sono diminuite del 6%. Il suo margine di profitto netto era del 5%, in calo dal 9,8%, secondo il rapporto sugli utili dell’azienda all’inizio di questo mese.