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I record di Wall Street spingono i listini.

Gen 26, 2017

MILANO – Ore 10:00. I mercati mostrano tutti i sintomi di una corsa al rischio da parte degli investitori: dopo i record di Wall Street, che per la prima volta ha portato il Dow Jones sopra 20mila punti, gli acquisti si sono rafforzati anche sui listini asiatici dove le Borse si sono portate ai massimi dal luglio 2015. Di contro, i beni rifugio come l’oro vengono venduti perché i capitali prendono la direzione degli investimenti in grado di offrire rendimenti più alti, anche a costo di minori certezze. A spingere gli investitori ci sono i risultati delle maggiori società – Usa in particolare – che in questi giorni stanno battendo le aspettative: sono una inieizione di fiducia sulla crescita della prima economia al mondo. In aggiunta, le prime dirompenti mosse di Donald Trump stanno convincendo gli addetti che in effetti un suo effetto positivo sull’economia è possibile. Tra muri da sollevare e barriere doganali per difendere la manodopera domestica, ha già disposto il riavvio di alcuni oleodotti (contestati) e spinto le case auto a produrre (con buona pace degli ambientalisti): dopo una fase di scetticismo – nella quale sui mercavi aleggiava il timore di una corsa troppo accelerata dopo la sua elezione – la spinta è ripartita.

A Piazza Affari la vicenda che catalizza l’attenzione è quella delle Generali, nel giorno in cui Intesa Sanpaolo festeggia dieci anni di fusione e si aspettano passi avanti sul piano di conquista di Trieste. Da segnalare i conti di Fca e quelli di Stm, che ha chiuso il 2016 con utile netto in crescita del 58% a 165 milioni di dollari. Milano segna un rialzo dello 0,6%, mentre Londra è invariata, Parigi sale dello 0,1% e Francoforte dello 0,5%.

Lo spread tra Btp e Bund tedeschi si allarga verso 170 punti base, nella giornata dell’asta del Tesoro di Ctz per un importo tra 2 e 2,5 miliardi e di Btp-i a 15 anni per un importo tra 0,5 e 1 miliardo. Il rendimento dei decennali italiani risale ai massimi dall’autunno del 2015, superando il 2,15%. Secondo gli osservatori, l’Italia rischia di tornare nel mirino internazionale come fonte di instabilità a causa della corsa al voto, scatenata dall’esito della Consulta sull’Italicum.

I record di Wall Street spingono i listini. Spread in risalita dopo la Consulta

La risalita del rendimento dei Btp italiani

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L’euro è stabile sul dollaro all’apertura dei mercati in Europa: la moneta unica scambia a 1,0747 dollari. Nei confronti della valuta giapponese, l’euro è a 122,06 yen. La fiducia dei consumatori tedeschi migliora a febbraio al 10,2 dal 9,9 di gennaio, oltre le attese degli economisti. In Italia si aspettano le vendite al dettaglio e il Pil della Gran Bretagna, mentre negli Usa si guarda alle richieste di sussidi per la disoccupazione, ai Pmi dei servizi e al superindice economico.

Record storico, ieri, per la Borsa di Wall Street: l’indice Dow Jones ha archiviato la seduta con un progresso dello 0,78% a 20.068,51 punti (massimo infraday 20.082), il Nasdaq a +0,99% a 5.656,34 punti e l’indice S&P500 ha guadagnato lo 0,80% a 2.298,37 punti. In mattinata la Borsa di Tokyo ha terminato la seduta in netto rialzo: +1,81% a quota 19.402,39 per il Nikkei. Andamento positivo confermato dalle Borse cinesi, che hanno toccato i massimi da sei settimane proprio alla vigilia del ponte per il Capodanno, con i mercati che saranno chiusi da domani al 2 febbraio. In questo scenario, a Shanghai l’indice Composite è salito a 3.159,17 punti a +0,31%, mentre a Shenzhen l’indice Componente ha toccato 10.052,05 punti a +0,74%. Il petrolio è in rialzo con il Wti sopra i 53 dollari al barile, mentre l’oro è ancora in calo: il metallo prezioso con consegna immediata perde lo 0,2% a 1.198,15 dollari l’oncia.

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