Il segretario generale di Motus-E – l’associazione che rappresenta gli stakeholder della mobilità elettrica – Francesco Naso, ha affermato: “Avevamo previsto già mesi fa che gli incentivi a favore delle auto elettriche non avrebbero funzionato e avevamo reso partecipi di questa previsione il Ministero dello Sviluppo Economico. Ora apprendiamo anche la proposta di spostare gli incentivi destinati alla mobilità elettrica verso altri comparti, quali per esempio il diesel”.
La mobilità elettrica in Italia è praticamente ferma, abbiamo già visto quanto il nostro Paese purtroppo sia ancora troppo indietro a livello di infrastrutture dedicate alla ricarica dei veicoli elettrici. Siamo nel pieno della transizione green, dal 2035 molto probabilmente non potremo più viaggiare con vetture termiche a benzina e diesel, però ancora l’Italia arranca. E non è un bene, per un Paese sviluppato come il nostro, che si ritrova ancora così indietro rispetto agli altri stati europei.
Come far ripartire il settore elettrico in Italia
Secondo gli esperti, servirebbero diversi correttivi, tra cui per esempio l’apertura al settore delle flotte aziendali, che è noto per essere da sempre molto importante per immatricolazioni e vendite, e invece era stato escluso da qualsiasi forma di incentivo nel 2022. Non è tutto, si potrebbe anche pensare di alzare il prezzo limite per le auto elettriche, fissato a 35.000 euro. Gli incentivi così forse potrebbero funzionare meglio, visto che al momento non sono stati incisivi, per nulla.
Secondo Francesco Naso, in tutti i Paesi europei “la mobilità elettrica è in crescita e solo in Italia stiamo tornando indietro, a causa di una serie di difficoltà nella fruizione degli incentivi che abbiamo prontamente denunciato qualche mese fa, con altre organizzazioni di settore. Tra l’altro sono appena passati solo due mesi dall’introduzione degli incentivi per le auto elettriche ed è prematuro tirare le somme in questo momento di una strategia nata per garantire la gradualità della spesa. Vediamo di buon occhio, tra le proposte illustrate dal Mise, sia un rafforzamento delle strategie per l’installazione di colonnine private nei condomini, che un miglioramento delle condizioni di chi vuol accedere agli incentivi acquistando auto a diesel. Ma questa strategia funziona e produce risultati per il Paese se tutti i comparti vengono favoriti con chiarezza e pianificazione”.
Richieste accettate: via libera ai correttivi per gli incentivi
Nel decreto del Ministero dello Sviluppo Economico, dopo l’approvazione di Economia e Finanze, sono presenti due nuove misure volte a rendere gli incentivi per le auto elettriche più efficienti: parliamo di un ulteriore bonus, che va a sommarsi agli incentivi già attivi, per tutti coloro che hanno un reddito inferiore ai 30.000 euro, e un beneficio all’acquisto per le società di noleggio auto.
L’incentivo riguarda le auto elettriche con emissioni tra 0 e 20 g/km di CO2 e le vetture ibride plug-in con emissioni da 21 a 60 g/km. È dallo scorso 13 giugno che i bonus per auto di piccola cilindrata con motore termico, ibrido leggero e full hybrid con emissioni comprese tra 61 e 135 g/km di CO2, sono terminati.
Ad oggi invece sono ancora disponibili fondi per le elettriche e per le ibride plug-in. Il decreto però ha previsto un cambiamento: 20 milioni in meno per le elettriche (in totale 200 milioni) e altri 20 in meno per le ibride plug-in (totale di 205 milioni). I 40 milioni “risparmiati” saranno usati per finanziare il bonus 2022 per l’installazione delle colonnine di ricarica, questo è quanto previsto nel decreto Aiuti bis.
Bonus auto: aumenta del 50%
Aumenta del 50% nel 2022 il bonus per chi vuole comprare un’auto nuova e ha un Isee inferiore a 30.000 euro. Al netto dell’extra bonus appena annunciato, gli incentivi funzionano come segue:
vetture con emissioni da 0 a 20 g/km: bonus di 3.000 euro senza rottamazione, 5.000 euro con rottamazione di un’auto da Euro 0 a Euro 4;
auto con fascia di emissioni di CO2 21-60 g/km: bonus di 2.000 euro senza rottamazione più altri 2.000 euro per chi invece rottama un vecchio veicolo inquinante.
C’è un tetto massimo di prezzo per le auto nuove: per i modelli elettrici 35.000 euro + IVA (circa 43.000 euro), per le ibride plug-in 45.000 euro + IVA (circa 54.000 euro).
Per le vetture con emissioni da 0 a 20 g/km quindi l’incentivo – grazie alle nuove modifiche – può arrivare fino a 7.500 euro con rottamazione e 4.500 euro senza, per le ibride plug-in si possono ottenere fino a 6.000 euro con rottamazione, 3.000 euro senza. La nuova ulteriore agevolazione non viene erogata immediatamente, serve ancora un decreto ministeriale che ne decida il procedimento.
Che cosa succede per le auto a noleggio
Il nuovo decreto introduce anche le società di noleggio auto tra i beneficiari degli incentivi. Il bonus in questo caso è al 50% rispetto alle cifre previste oggi per un automobilista che compra il suo mezzo privato: si arriva quindi a circa 2.500 euro per una vettura elettrica e 2.000 euro per un’ibrida plug-in. Il Ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti sostiene: “La quota di mercato prevalente è di produzioni, con questa misura aumenteremo la penetrazione di veicoli a basse emissioni, continuando a sostenere le produzioni industriali, secondo il disegno che avevo in mente all’inizio del mio mandato”.