AGI – I laghi della Lombardia sono al top per la ripresa del turismo. Sociometrica, infatti, ha analizzato i flussi dei 3.390 comuni italiani considerati turistici e ha notato che i primi due centri in classifica, per crescita di turisti nel 2021 rispetto al 2019, sono Como e Padenghe sul Garda (Brescia).
Intervistata dall’AGI, l’assessore lombardo al Turismo, marketing territoriale e moda, Lara Magoni, ha sottolineato: “Nonostante l’innegabile impatto negativo che la pandemia ha avuto sul turismo italiano, Como e Padenghe sul Garda si sono dimostrate destinazioni turistiche con una straordinaria capacità di resilienza. Luoghi di grande bellezza, il cui fascino ha continuato e continua ad incantare centinaia di migliaia di viaggiatori desiderosi di scoprire la cultura, la storia e le tradizioni di queste perle lombarde”.
Il report di Sociometrica segnala che, per quanto riguarda i flussi turistici complessivi nazionali, a causa della pandemia si è passati da 436 milioni di presenze turistiche del 2019 a 208 milioni del 2020 (-47,7%). L’anno scorso, invece, si sono registrati 289 milioni di presenze turistiche, circa 20 punti percentuali di recupero rispetto ai dati del 2020, arrivando così al 66,2% rispetto al 2019.
Ma c’è chi già nel 2021 aveva superato i numeri pre-pandemia. Si tratta di 25 comuni: al primo posto Como, che nel 2019 ha fatto registrare 757 mila presenze turistiche complessive e nel 2021 ne registra 1,1 milioni (+51,5%); seconda è Padenghe sul Garda, con +40,8%; al terzo posto Fermo (+38%).
Sociometrica ha cercato di analizzare i fattori che hanno portato a scegliere alcune mete, invece di altre, dopo la pandemia. Al primo posto ci sarebbe il “fattore affidabilità”: non è un criterio oggettivo, ma dipende dalla percezione soggettiva che una destinazione sia più sicura e adeguata. Le località di lago, poi, sono lontane dalle grandi vie di trasporto e, nel complesso, meno affollate di quelle balneari.
Altro elemento è quello della montagna, che riesce a contenere le perdite di turisti stranieri, in particolare la zona alpina. A ‘resistere’ sono anche le località balneari di più difficile accesso, come Sirolo, nelle Marche; Castagneto Carducci, in Toscana; Ugento, nell’estrema punta della provincia di Lecce; l’isola di Favignana, in Sicilia; Roseto degli Abruzzi.
Le più colpite dal turismo post-pandemico si confermano le città d’arte. Firenze è la destinazione turistica che ha performato peggio nel biennio, con una caduta in due anni del 71,4% delle presenze turistiche. Segue Roma, con -71,1%, e poi Napoli con -64% e Milano (- 59,9%); leggermente meglio Venezia, che si è fermata al -55,8%. Fra le grandi città quelle che hanno performato meno peggio sono: Genova, Bari, Palermo, Torino, Bologna, Catania e Verona. Si tratta di città che hanno un peso minore del turismo in generale, e ancora meno di quello internazionale.