Comprare una nuova automobile oggi significa confrontarsi con un mercato che cambia a velocità mai viste prima: se una volta la scelta del GPL rientrava nel ristretto bacino delle scelte ecologiche insieme all’alimentazione a metano, oggi la scelta in materia di auto a basse emissioni è sconfinata. Oltre all’opzione full electric, i cui prezzi non sono ancora del tutto competitivi, c’è anche un mercato vivace sul fronte delle soluzioni ibride, che offre decine di motorizzazioni a basse emissioni di CO2.
Auto GPL: un mercato in crescita
In questo scenario, caratterizzato da un comparto in rapida evoluzione e dall’andamento piuttosto instabile dei prezzi, dei carburanti tanto quanto delle materie prime, quella del GPL resta una scelta molto apprezzata dagli automobilisti italiani. Esemplare è il caso di Dacia, che ha fatto dell’alternativa GPL la chiave del suo successo: con l’idea di offrire ai clienti “l’essenziale al giusto prezzo”, il marchio di Mioveni si è posizionato alla guida dell’unica fetta di mercato che segna un andamento positivo in Europa.
Come sottolineato dall’ultimo rapporto UNRAE, quello del GPL è l’unico mercato in crescita nel 2022: si parla di oltre 9.000 vetture immatricolate soltanto nei primi due mesi dell’anno, per una quota di mercato che ha ormai raggiunto l’8% del totale. Le auto alimentate a GPL sono circa 2,5 milioni in Italia, e possono contare su due punti fermi molto attesi: la distribuzione delle stazioni di rifornimento sul territorio nazionale sembra finalmente allinearsi con i numeri del parco circolante e l’offerta di veicoli bi-fuel alimentati a benzina e propano liquido è abbastanza vasta da riuscire ad assecondare le esigenze della clientela, anche se con diverse limitazioni.
Le auto bi-fuel GPL sul mercato sono essenzialmente citycar, utilitarie e SUV compatti, e non bisogna dimenticare che il piano europeo che prevede lo stop alla vendita delle auto diesel e benzina dal 2035 riguarda anche le motorizzazioni GPL, ibride e a basse emissioni di CO2.
Quanto conviene il GPL?
Che un’auto alimentata a GPL consenta di risparmiare in maniera importante sui costi del carburante è cosa nota. L’attuale scenario economico e normativo, però, pone delle questioni nuove: innanzitutto, in mancanza di una netta inversione di rotta da parte dell’UE, dal 2035 non sarà più possibile acquistare un’auto a GPL.
C’è anche da dire, però, che il costo del rifornimento resta più o meno dimezzato rispetto alle alternative a benzina e diesel: l’ultima rilevazione, del 13 giugno, indica un prezzo medio di 2,014 euro al litro per la benzina e di 1,935 euro al litro per il diesel, mentre il GPL si attesta a 0,829 euro al litro. Il prezzo del GPL quindi sale tanto quanto quello degli altri carburanti, ma resta decisamente più basso – circa il 40%.
A livello di carburante, quindi, il GPL garantisce ancora un grande risparmio. Ed è una delle scelte più apprezzate anche per un altro motivo, non meno influente sulle tasche degli italiani: un’auto a GPL costa di meno di una vettura ibrida o full-electric. Il sovrapprezzo richiesto per la versione eco-friendly di un’auto supera raramente i 1.000 euro, rispetto al modello a benzina o diesel, e si capisce facilmente che si tratta di una cifra piuttosto rapida da ammortizzare – anche soltanto grazie all’importante risparmio sul carburante.
GPL: un futuro incerto
Chi spera di acquistare un’auto a GPL usufruendo degli incentivi statali per l’acquisto di auto a basse emissioni dovrà aspettare il 2023: sono infatti già terminati i fondi stanziati per il 2022 per le auto con emissioni di CO2 comprese nella fascia 61-135 g/km, che include quelle a GPL.
Inoltre la prospettiva dello stop alla vendita di vetture bifuel benzina/GPL, con conseguente aumento delle tasse, aleggia come un’ombra minacciosa su un mercato che sembrava essere in discreta salute. Le auto GPL resteranno comunque a listino, con ogni probabilità, almeno per altri 10 anni. È ancora lecito, quindi, farsi due conti e cercare di capire quanto in effetti sia conveniente optare per una “tradizionale” motorizzazione a propano liquido rispetto alle altre opzioni offerte dal mercato.
Diminuisce il peso specifico della sostituzione della bombola GPL, che va effettuata per legge ogni 10 anni e che può costare fino a 600 euro, mentre diventa più significativa la questione della rivendibilità dell’usato GPL – stanti le varie limitazioni che gradualmente ci si aspetta verranno imposte ai motori endotermici, dalle tasse automobilistiche alla possibilità di accedere alle zone a traffico limitato.
In definitiva la scelta del GPL è ancora oggi assolutamente conveniente sul breve periodo, grazie a un risparmio sul carburante che può superare il 50% e che è in grado di assorbire velocemente la leggera differenza di prezzo rispetto all’acquisto di un omologo alimentato a benzina o diesel. I dubbi, semmai, riguardano la convenienza sul lungo periodo, che resta appesa a una serie di variabili molto complessa ed estremamente mutevole, oltre che ormai completamente slegata dal tema dell’efficienza dei motori.