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La Banca d’Inghilterra ha alzato i tassi all’1%. L’inflazione potrebbe arrivare al 10%

Mag 5, 2022

AGI – La Banca d’Inghilterra ha alzato i tassi d’interesse dello 0,25% all’1%, il livello più alto dal 2009. Il ritocco era atteso dai mercati ma dalla banca centrale di Londra è arrivata un messaggio ‘falco’ nella lotta all’inflazione che a marzo è schizzata al 7%, come non accadeva da 30 anni. Ora si stima che possa arrivare al 10% negli ultimi tre mesi dell’anno mentre in precedenza l’attesa era di un aumento dei prezzi al consumo a un massimo dell’8% ad aprile.

L’aumento del costo del denaro è stato approvato in direttivo con 6 soli voti favorevoli, mentre tre componenti dell’organismo a 9 hanno chiesto un incremento più deciso dello 0,50% all’1,25%, sulla scia della decisione della Fed di ieri sera. Il mercato si attendeva 8 voti favorevoli a un rialzo dello 0,25% e un voto contro l’aumento. Sono così 4 i rialzi consecutivi operati dalla Boe a partire da dicembre, in quella che si sta rivelando la stretta monetaria più rapida da 25 anni a questa parte.

Secondo la Boe, inoltre, “un certo grado di ulteriore restringimento della politica monetaria potrebbe essere ancora appropriato nei prossimi mesi”. Due componenti del direttivo si sono però espressi contro la “guidance”, dati i rischi per la crescita aumentati nell’ultimo periodo.

La Boe ha mantenuto invariate le sue stime sul Pil per quest’anno a +3,75% ma ha seccamente tagliato quelle per il 2023, quando l’economia britannica potrebbe registrare una contrazione dello 0,25%. Nel 2024 l’incremento del Pil dovrebbe invece attestarsi ad appena lo 0,25%. Il taglio operato sule stime per il prossimo anno è pari all’1,50%, quello sul 2024 dello 0,75%.

La Boe prevede inoltre che la crescita ristagni nel secondo trimestre di quest’anno e scenda di quasi l’1% negli ultimi tre mesi dell’anno a causa del rincaro dei prezzi dell’energia.

Resta per il momento nel cassetto il restringimento del bilancio. La Boe si è infatti limitata a comunicare che sta lavorando a un piano per vendere i bond sovrani acquistati durante la crisi finanziaria globale di un decennio fa, che attualmente sfiorano gli 850 miliardi di sterline. Lo staff dell’istituto, fa sapere una nota, aggiornerà il direttivo sul piano in occasione del meeting di agosto in modo di “consentire al comitato di assumere una decisione in una riunione successiva sull’eventuale avvio delle vendite”.

 

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