AGI – Oristano, 23 apr. – Disegnata col bianco sul fianco dei carri armati dell’esercito russo che portano morte e devastazione tra le città e i villaggi dell’Ucraina, la lettera ‘Z’ è ormai un triste simbolo della nuova guerra, ma potrebbe diventare un simbolo di pace. Almeno nelle intenzioni del regista e autore televisivo di Oristano Filippo Martinez, che ha deciso di lanciare una provocatoria iniziativa, promossa sul filo dell’ironia, attraverso il suo cenacolo, l’Università di Aristan: un raduno mondiale degli Zorro, a fine maggio, in Sardegna, per chiedere la restituzione proprio di quel simbolo che aveva identificato sinora il personaggio immaginario del coraggioso spadaccino, paladino della giustizia, come appare tra le pagine dei libri e nelle immagini di uno schermo tv o cinematografico.
I precedenti
Martinez già nel 1983 e poi ancora nel 2004 aveva promosso nella sua città, Oristano, due raduni mondiali degli Zorro. Per l’ultimo erano giunti in tanti. Tra loro il compianto filosofo Giulio Giorello, ma anche il critico d’arte e parlamentare Vittorio Sgarbi, la scrittrice Barbara Alberti e il giornalista e conduttore Gianulca Nicoletti.
Il nuovo appuntamento è fissato per il 27 e 28 maggio prossimi, sempre a Oristano, con l’intento di chiedere direttamente dal presidente russo Vladimir Putin la “restituzione” della ‘Z’, perchè possa tornare al suo Zorro e cos’ si possa fermare la guerra. “È importante che gli Zorro giungano a migliaia”, ha scritto Filippo Martinez. “È importante che gli Zorro giungano da tutto il pianeta. È importante che gli Zorro giungano da tutte le generazioni, fino alla Zeta”.
L’appello a ‘Zorro’
Lo scorso 11 aprile Martinez aveva lanciato un appello all’eroe mascherato: “Caro Zorro”, aveva scritto, “ti sei sempre battuto con coraggio, astuzia e ironia contro l’arroganza del potere, per questo la zeta è diventata un simbolo di giustizia per tutti gli oppressi; ora però Vladimir Putin, applicando la tua zeta sui suoi ordigni di morte, ne ha ribaltato completamente il senso trasformandola in un simbolo di ferocia e sterminio. La fluttuante Università di Aristan che, come sai, con i suoi corsi di Scienze della Felicità e di Prevenzione dell’Idiozia Esagerata, assegna lauree in Teoria e Tecniche di Salvezza dell’Umanità, oggi ti chiede formalmente di restituire il senso originario alla tua nobile zeta profanata. Ritorna. Ti aspettiamo”.
“La Zeta è mia”
La (presunta) risposta di Zorro non si è fatta attendere, ed ecco che Oristano si prepara a riaccoglierlo: “La zeta è mia”, avrebbe scritto Zorro, “soltanto mia. Io sono chi mi ha sognato. Chi ha sperato che arrivassi. Chi ha creduto di vedermi in una notte di luna. Sono tutti quelli che in un mantello nero hanno capito di essere me. Sono Zorro. La più umana delle giustizie divine. E sto arrivando“.
A Oristano sono attese diverse centinaia di persone, molte in arrivo dal resto della Sardegna, ma diverse anche dalla penisola. Sono previsti una grande sfilata degli Zorro mascherati, ma anche tante iniziative collaterali. Tutte con un solo obiettivo: riprendersi la ‘Z’ e riavere la pace.