AGI – Confermare la condanna all’ergastolo per Innocent Oseghale, l’uomo di origini nigeriane accusato dell’omicidio di Pamela Mastropietro. Lo ha chiesto il sostituto pg della Cassazione Maria Francesca Loy, secondo la quale va dichiarato inammissibile il ricorso presentato dalla difesa dell’imputato. La decisione dei giudici della prima sezione penale della Suprema Corte è attesa nelle prossime ore.
La difesa dell’imputato ha impugnato davanti alla Suprema Corte la sentenza con cui, nell’ottobre 2020, la Corte d’assise d’appello di Ancona aveva confermato per Oseghale il carcere a vita, pena che gli era stata inflitta in primo grado nel 2019 dai giudici di Macerata. Tra le parti civili costituite nel procedimento, con i familiari di Pamela Mastropietro, anche il Comune di Macerata. Secondo il pg Loy, il ricorso della difesa “è volto a prospettare una diversa valutazione dei fatti, cosa inammissibile nel giudizio in Cassazione”, mentre la sentenza di secondo grado “è ben motivata e fa una rigorosa applicazione dei principi della prova indiziaria”.
“Mi aspetto il massimo della pena per il carnefice di mia figlia, e mi aspetto che le istituzioni si mettano una mano sulla coscienza per riaprire le indagini sui complici di Oseghale”. A parlare è Alessandra Verni, mamma di Pamela Mastropietro, davanti alla Corte di Cassazione, dove oggi si celebrera’ il processo per Innocent Oseghale, condannato all’ergastolo in primo e secondo grado per l’omicidio della 18enne avvenuto il 30 gennaio 2018 a Macerata. La mamma di Pamela è in piazza Cavour ed espone striscioni con cui chiede “Giustizia per Pamela”, e una “pena dura e certa per chi violenta, uccide, massacra, deturpa la vita altrui”. E ancora: su un altro striscione si legge “Pamela grida giustizia e noi siamo la sua voce”.