La ricca casistica relativa alla capacità dei partenopei nell’inventarsi sistemi ingegnosi (e spesso illegali) per fare soldi si arricchisce di un nuovo capitolo: e se Totò riusciva nell’impresa di vendere ad uno sprovveduto turista americano la Fontana di Trevi, stavolta ci troviamo davanti ad un caso ben più grave e preoccupante, i cui sviluppi non sono ancora tutti da conoscere.
Gli investigatori hanno bloccato un 34enne di Mugnano, vicino Napoli, che aveva costituito una società di compravendita di veicoli, dai numeri spaventosi. Infatti, ben 2.174 erano intestati all’azienda e la bellezza di 1.464 a suo nome; ma fin qui, malgrado l’abnormità delle cifre, ci sarebbe poco da contestare.
Si è però poi scoperto che dietro la facciata ufficiale si nascondeva un giro poco chiaro di “cessione temporanea“ di tali veicoli a pregiudicati e personaggi dal curriculum poco invidiabile, che a loro volta si sospetta li usassero per compiere furti e rapine non solo nell’hinterland napoletano ma in tutta Italia.
Da qui le accuse di falso e favoreggiamento contestate al titolare della società: il meccanismo è stato scoperto dopo indagini coordinate dalla procura di Napoli Nord e condotte dal commissariato di Giugliano in Campania (NA), con la collaborazione del Servizio Centrale di Controllo del Territorio di Roma e del Compartimento Polizia Stradale per la Campania e Molise. Il Gip del Tribunale di Napoli Nord ha disposto il sequestro preventivo di 1.758 veicoli.