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Corre il Pil italiano. Per la Commissione europea non siamo più il fanalino di coda

Nov 11, 2021

AGI – La crescita del Pil italiano dovrebbe attestarsi al 6,2 per cento nel 2021 per poi proseguire al 4,3 per cento nel 2022 e al 2,3 per cento nel 2023. È quanto si afferma nelle previsioni economiche autunnali della Commissione europea. Rispetto alle previsioni estive pubblicate lo scorso 7 luglio si registra un miglioramento delle aspettative sull’economia italiana.

Le precedenti tabelle della Commissione prevedevano infatti una crescita pari al 5 per cento per l’anno in corso e del 4,2 per cento per il 2022.

In Italia, “il rapporto debito pubblico Pil è destinato a diminuire dal 155,6 per cento nel 2020 al 151 per cento nel 2023, grazie alla ripresa economica” si legge nelle previsioni, “dopo essere salito al 9,6 per cento del Pil nel 2020, il disavanzo nominale” dell’Italia “dovrebbe diminuire marginalmente al 9,4 per cento nel 2021” perché “si prevede che il rimbalzo dell’attività economica abbia aumentato le entrate del governo, compensando ampiamente l’aumento della spesa correlato alle misure politiche” prese per limitare la crisi.

“I servizi al consumo hanno guidato il rimbalzo” dell’economia italiana “nel secondo trimestre di quest’anno” mentre “la forza trainante della crescita del Pil” si è spostata “dall’edilizia e dalla produzione ai servizi”. È quanto si legge nelle previsioni economiche autunnali della Commissione europea.

“Si stima che l’economia abbia continuato il suo percorso di espansione nel terzo trimestre del 2021 – si legge nelle previsioni – mentre è probabile che l’aumento dei prezzi dei fattori di produzione e le interruzioni dell’offerta che devono affrontare le imprese manifatturiere peseranno sulle prospettive a breve termine”.

Tuttavia, “l’economia italiana dovrebbe intraprendere un percorso di espansione stabile e sostenuto il prossimo anno, grazie all’allentamento delle carenze di approvvigionamento, al sostegno di bilancio nazionale e in particolare allo sviluppo degli investimenti finanziati dalla Recovery and resilience facility”, ovvero la parte del Next Generation Eu dedicata al sostegno diretto dei Paesi membri. “Le prospettive rimangono soggette a rischi al ribasso legati alla pandemia – si avverte nel documento Ue – incluso il potenziale radicamento della partecipazione alla forza lavoro in diminuzione”.

Come va l’Europa

Aumenta il ritmo della ripresa economica nell’Unione europea con una previsione di crescita di Pil per l’anno in corso pari al 5%. È quanto si afferma nelle previsioni economiche autunnali della Commissione europea. L’economia dei ventisette Paesi Ue dovrebbe crescere del 4,3 per cento nel 2022 e del 2,5 per cento nel 2023. Le previsioni sono migliorate di qualche decimale rispetto a quelle estive pubblicate lo scorso 7 luglio, quando Bruxelles aveva previsto una crescita per l’anno in corso pari al 4,8 per cento e del 4,5 per cento per l’anno successivo.

Le previsioni autunnali segnano ribassi nelle stime di crescita della Germania e della Spagna, mentre per la Francia è previsto un miglioramento. La Germania crescerà del 2,7 per cento nel 2021 e del 4,6 per cento nel 2022. Le precedenti stime pubblicate a inizio luglio davano l’economia tedesca in crescita del 3,6 per cento nell’anno in corso. Stime riviste al ribasso anche per la Spagna, che nel 2021 dovrebbe crescere solo del 4,6 per cento rispetto al 6,2 per cento previsto a luglio. Migliora invece la stima relativa al Pil francese, che crescerà nel 2021 del 6,5 per cento rispetto al 6 per cento netto previsto a luglio.

Il mercato del lavoro

“La revoca delle restrizioni durante il secondo trimestre ha portato a un netto miglioramento delle condizioni del mercato del lavoro” e “nel secondo trimestre si sono creati circa 1,5 milioni di nuovi posti di lavoro e si e’ verificato un rapido rimbalzo delle ore lavorate”. Lo ha dichiarato il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni.

“L’attività economica dinamica sta stimolando ulteriormente la domanda di lavoro e stanno emergendo sacche di carenza di manodopera, in particolare nei settori in cui l’attività è maggiormente in aumento”, ha avvertito il commissario. “Il tasso di disoccupazione nell’Ue quest’anno dovrebbe rimanere al 7,1 per cento e scendere al 6,7 per cento, il tasso pre-pandemico, nel 2022 e ulteriormente al 6,5% nel 2023”, ha detto l’ex premier. “Ma la ripresa dei posti di lavoro non sta avvenendo in modo uniforme tra i settori e le economie” quindi “e’ reale il rischio che aumentino le disuguaglianze tra generi, fasce di eta’ e settori della società”.

“A medio termine, i modelli di simulazione condotti dalla Commissione mostrano che Next Generation Eu potrebbe aumentare il Pil dell’Ue fino all’1,5% durante i suoi anni di attività” ha aggiunto Gentiloni, presentando le previsioni economiche d’autunno. “Queste simulazioni riguardano solo gli investimenti e non includono l’impatto positivo delle riforme strutturali, che possono aumentare sostanzialmente la crescita nel lungo periodo”.

“Sebbene l’impatto della pandemia sull’economia si sia notevolmente indebolito, il Covid-19 non è ancora stato sconfitto e la ripresa dipende fortemente dalla sua evoluzione, sia all’interno che all’esterno dell’Ue” scrive la Commissione. “Alla luce della recente ondata di casi in molti Paesi, non si può escludere il ripristino di restrizioni che impattano sull’attività economica. Nell’Ue questo rischio è particolarmente rilevante negli Stati membri con tassi di vaccinazione relativamente bassi”, si legge ancora. “I rischi economici riguardano anche l’impatto potenzialmente protratto degli attuali vincoli di approvvigionamento e strozzature”, spiegano i tecnici di Bruxelles.

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