AGI – Il “bonus asilo nido” è una misura di sostegno economico, introdotta nel 2017, che ha l’obiettivo di incentivare la fruizione di nidi pubblici e privati attraverso l’erogazione di un contributo annuo a rimborso delle spese sostenute dalle famiglie. E’ quanto emerge dal Rapporto Istat ‘Nidi e servizi integrativi per la prima infanzia. Anno educativo 2019-2020’.
Dal 2017 al 2020, l’Inps ha erogato complessivamente per il bonus 523 milioni di euro, con una spesa crescente fino al 2019. Nel 2020 i dati forniti dall’Istituto mostrano una battuta d’arresto, a causa delle chiusure temporanee dei servizi per la pandemia da Covid-19 e della rinuncia delle famiglie a utilizzare regolarmente il servizio nel corso dell’anno. Sono 271.780 i beneficiari del bonus nel 2020 (21,2% dei bambini 0-2 anni), quasi 18mila in meno rispetto all’anno precedente (21,5%).
I motivi del calo
Il lieve calo dei percettori del bonus si accompagna a un minor numero di mensilità percepite nell’anno: la media per beneficiario passa da 6,4 mensilità nel 2019 a 4,6 nel 2020. Diminuiscono quindi l’importo medio annuo percepito dal singolo beneficiario (da 833 a 725 euro annui) e la spesa complessivamente erogata dall’Inps (197 milioni di euro nel 2020, 44 milioni in meno rispetto al 2019).
Nel 2020 si rilevano diseguaglianze territoriali già riscontrate negli anni precedenti. La quota di bambini di 0-2 anni fruitori del bonus è 28,8% al Centro, 24,3% al Nord-est, 21,6% al Nord-ovest, 14,7% al Sud e 16,1% nelle Isole. Varia notevolmente anche l’importo pro-capite percepito: al Centro un bambino residente di 0-2 anni riceve in media 210 euro all’anno a fronte dei 93 euro erogati a un bambino residente del Sud.
Queste differenze sono strettamente correlate alla eterogeneità dell’offerta sul territorio. Nelle regioni meridionali il numero di utenti del bonus raggiunge quasi sempre il livello dei posti disponibili e a volte lo supera leggermente per la possibile rotazione dei bambini nell’anno di riferimento.
Nel Mezzogiorno, quindi, l’aumento ulteriore dei beneficiari dei contributi richiederebbe una maggiore capacità ricettiva del sistema di offerta. Al Nord e al Centro, invece, esiste una quota di posti disponibili per altri potenziali beneficiari del bonus. Le diseguaglianze territoriali nell’offerta di servizi possono limitare quindi la funzione di sostegno alla domanda del contributo statale, meno accessibile alle famiglie laddove i servizi sono poco diffusi.