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Freddo, emergenza clochard, Papa: “Sacchi a pelo e auto-dormitorio per chi rifiuta aiuto”

Gen 7, 2017

ROMA – Sei clochard morti congelati in 48 ore. Alcuni di loro avevano rifiutato il ricovero che gli era stato offerto poche ore prima dai volontari e dai servizi sociali. Ma perchè molti senza tetto preferiscono passare la notte per strada, rischiando di morire assiderati accucciati in un bozzolo di coperte e cartone, piuttosto che accettare l’offerta dei volontari di farsi ricoverare in un dormitorio?

Perchè questo succede, in questi giorni in cui l’Italia si trova stretta in una eccezionale morsa di temperature polari. Non è certo – e solo – un problema di mancanza di posti letto. In tutto il Paese si registra una mobilitazione generale dopo l’appello di papa Francesco che ha invitato “tutti ad aprire le porte” a queste persone in grande difficoltà per aiutarle a superare questi giorni di clima rigido. Ma l’offerta di aiuto non basta se i senza dimora la rifiutano: cosa fare in questo caso? Impossibile obbligarli con la forza a recarsi nei dormitori.

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Vaticano: “Sacchi a pelo e auto-dormitorio”. Per risolvere il problema di chi rifiuta l’aiuto, e rischia l’assideramento, il Vaticano ha pensato a una inedita soluzione: sacchi a pelo e auto-dormitorio. “Per i senza dimora che non vogliono muoversi da dove stazionano di solito – spiega all’Ansa monsignor Konrad Krajewski – offriremo in dono sacchi a pelo speciali, resistenti fino a 20 gradi sotto zero. Abbiamo messo a disposizione anche le nostre auto dell’Elemosineria perché chi non vuole spostarsi possa dormirci dentro la notte”. In generale, l’Elemosineria terrà aperti i dormitori 24 ore, per poter consentire agli ospiti di stare al caldo anche di giorno

Sei assiderati, alcuni avevano rifiutato ricovero. Sei i clochard morti assiderati negli ultimi due giorni. Ieri, un senza tetto è morto ad Aversa, un secondo è deceduto ad Avellino, un altro a Latina, un altro ancora è stato trovato senza vita in un immobile abbandonato di fronte all’imbarcadero privato di Messina. Il quinto è morto, la notte scorsa, nei giardini del lungarno Santarosa, a Firenze. Il sesto è un polacco di 66 anni il cui cadavere è stato trovato all’interno di un palazzo abbandonato in via Antegnati, nella zona sud di Milano. Il senza dimora di Latina, 50 anni, un’ora prima della scoperta del decesso aveva rifiutato l’invito dei servizi sociali a recarsi in un dormitorio per ripararsi dal freddo. Quello di Firenze l’aiuto l’aveva rifiutato nei giorni scorsi.

Ma ad Avellino il senza dimora aveva chiesto aiuto. Opposta la storia del senza dimora morto ad Avellino che, qualche giorno, fa aveva lanciato una richiesta d’aiuto pubblica alle istituzioni, attraverso un’intervista a un giornale locale. Appello caduto nel vuoto. E ora la procura ha aperto un’inchiesta.

Il caso: anche un cagnolino soccorso. I volontari in provincia di Napoli hanno soccorso non solo persone in difficoltà. Ma anche un cagnolino randagio che faceva compagnia ad un uomo senza fissa dimora. Entrambi erano assiderati, a entrambi sono stati consegnati cibo e coperte.

La catena della solidarietà. In tutto il Paese si assiste a una mobilitazione generale per affrontare l’emergenza dei senza tetto che rischiano la morte per assideramento. Per dimostrare – simbolicamente – la vicinanza delle istituzioni a quanti in queste ore prestano soccorso alle vittime del maltempo, il premier Paolo Gentiloni s’è recato a sorpresa tra i volontari che lavorano alla mensa per i poveri della Comunità di Sant’Egidio a Roma.

A Reggio Calabria il sindaco Giuseppe Falcomatà ha deciso di “rendere la casa comunale ricovero per chi una casa non ce l’ha”. Quindi ha lanciato un appello alla popolazione: “Abbiamo bisogno di tutti, ognuno può fare qualcosa: coperte, stufe, viveri”. A Milano l’assessorato alle politiche sociali fa sapere di “avere ancora 300 posti liberi per far fronte all’emergenza freddo di questi giorni”. Poi, per segnalare casi di persone in difficoltà, ha diffuso i numeri del centralino dell’emergenza freddo (02/88447645-6-7-8-9). A Pordenone “nove richiedenti asilo che rischiavano l’assideramento sono stati ospitati nella sede provinciale di Rifondazione Comunista per passare la notte”. Lo ha fatto sapere Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rc.

La polemiche. Non mancano toni polemici, come ad esempio a Palermo dove il deputato regionale siciliano pd, Pino Apprendi, chiede che si “attrezzino a strutture di emergenza le caserme dismesse”. O come a Napoli dove riparte a titolo volontario il servizio di unità mobile di strada per persone senza dimora, riattivato per iniziativa del gruppo di imprese sociali Gesco poiché “il Comune tiene fermo dal 5 dicembre l’appalto”.

Le proposte. Tra le proposte, c’è quella di far diventare “le sedi delle Misericordie Italiane un rifugio per tutti coloro che stanno soffrendo a causa del freddo”. Oppure quella del Comitato Provinciale Arcigay “Antinoo” di Napoli che invita le autorità cittadine ad “aprire le stazioni della Metropolitana e le case comunali” per dare accoglienza ai senza fissa dimora.

“Il popolo degli invisibili”. “Invisibili, ma solo finché nessuno li vuole vedere”, scriveva qualche mese fa Famiglia Cristiana. Secondo l’Istat, in Italia vivono più di 50.000 persone senza fissa dimora. Il 58% sono stranieri, l’85% sono uomini, il 76% vivono soli. La maggior parte di loro (56%) si concentra nelle regioni del Nord. L’età media è di 44 anni. Tra le “vite scartate” ci sono anche tante persone istruite: il 33% ha, come minimo, un diploma di scuola superiore. Rispetto alle stime degli anni precedenti, colpisce l’aumento dei casi di povertà cronica: le persone che non hanno un tetto da più di 4 anni sono quasi 11.000 (nel 2011 erano poco più di 7.000).

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