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Amatrice, il Comune nel mirino anche per l’hotel. E sulla scuola crollata è già scaricabarile

Set 1, 2016

RIETI. Un primo atto d’accusa arriva ai magistrati che indagano sul Grande Terremoto. È una voce che ora chiama (anche) ufficialmente in causa il Comune di Amatrice. “Lavori per 150mila euro non sarebbero mai bastati a rendere la scuola Capranica impermeabile al sisma. La nostra è stata solo un’opera di ristrutturazione e di “miglioramento”, e non un adeguamento sismico”. Scandito nero su bianco, in un memoriale depositato ieri in Procura. Così scrive ai pm l’imprenditore Gianfranco Truffarelli, che con la sua azienda Edilqualità ha eseguito i lavori nell’istituto comprensivo in gran parte crollato la notte del 24 agosto. In mattinata, il suo avvocato Massimo Biffa consegna il dettagliato dossier direttamente al procuratore capo. Sulla stessa scrivania, poco dopo, arriva la risposta dell’amministrazione, guidata dal sindaco Sergio Pirozzi, che allontana da sé ogni sospetto. È il primo duello giudiziario che segna l’inchiesta sulle troppe vittime e i 115 edifici crollati, tra i crateri di Amatrice e Accumoli. In Procura, intanto, stanno per piovere oltre 12mila pagine, 1.500 foto, due ore di riprese video. Documenti che potranno svelare la verità sui crolli. Sono gli atti del Genio civile appena prelevati da carabinieri e Corpo Forestale sui 6 principali edifici gravemente lesionati o in macerie. Si tratta dell’Hotel Roma di Amatrice, divenuto una tomba per i suoi ospiti: sul quale si concentrano ormai da giorni accertamenti su eventuali omissioni da parte del Comune per terrazzamenti e solai realizzati in cemento. Non solo: il campanile e la parrocchia di San Pietro e Lorenzo ad Accumoli. Le caserme dei carabinieri dei due paesi. E ancora: l’ospedale Grifoni di Amatrice, e soprattutto la scuola Capranica. Paradosso: sia l’Hotel Roma che la Capranica comparivano nel Piano di Protezione civile di Amatrice come “aree di accoglienza della popolazione” in caso di emergenza.

La montagna di carte. Furgoni carichi all’inverosimile. Autorizzazioni, progetti, provvedimenti e relazioni. Sono i documenti che, su delega dei pm Cristina Cambi, Raffaella Gammarota, Ruocco Maruotti e Lorenzo Francia, serviranno a sciogliere i dubbi, accertare rischi e limiti di quei lavori eseguiti sugli edifici venuti giù. I numeri: in tutto 5.101 documenti, ciascuno dei quali composto di più pagine. Dal Genio Civile sono stati acquisiti ben 2.234 documenti relativi agli appalti eseguiti, a partire dal luglio 2012, sull’ospedale di Amatrice; 1.692 atti sono stati ottenuti dagli investigatori sulla scuola Capranica; altri 490 sono stati prelevati per i progetti di ristrutturazione eseguiti alla caserma di Accumoli, e ancora 418 provvedimenti riferiti alle gravi lesioni all’altra caserma dell’Arma, ad Amatrice, mentre 267 riguardano il rifacimento della chiesa, con annesso campanile, di San Pietro e Lorenzo ad Accumoli: la stessa dove è franata la torre campanaria, travolgendo un’intera famiglia, i Tuccio, genitori e due bambini, uno dei quali di soli pochi mesi.

Scaribarile davanti ai pm. L’imprenditore romano Truffarelli ha realizzato, per conto del consorzio Stabile Valori, i lavori di ristrutturazione e miglioramento sismico presso la scuola Capranica di Amatrice. L’immobile – a forma di “U” costituito da un corpo centrale in muratura degli anni Trenta e due ali realizzate in cemento armato, in epoca successiva – fu inaugurato nel dicembre 2012. Una targa-manifesto, apposta dall’amministrazione e tuttora presente tra le macerie, parla però di un’opera di “adeguamento”: lavori che secondo Truffarelli avrebbero richiesto ben altri impegni economici. Ecco perché il suo dossier inviato in Procura, e nel pomeriggio la richiesta, subito accolta, di essere sentito dalla Guardia di Finanza su delega dell’Anac presieduta da Raffaele Cantone. “Nessun illecito” è stato commesso, insiste Truffarelli. “Il miglioramento sismico non può essere confuso con l’adeguamento”. Di diverso avviso l’amministrazione comunale, difesa dagli avvocati Francesco Lettera e Mario Cicchetti, che vorrebbe costituirsi parte civile e chiede un incidente probatorio sulla scuola.

Ecco perché la scuola è crollata. Qui le posizioni divergono in maniera radicale. Mentre Truffarelli ribadisce di aver semplicemente proceduto al “rinforzo del cemento armato delle ali laterali”, che difatti non sono crollate, il Comune mette l’accento sui “danni gravissimi” subiti “nonostante gli interventi di ristrutturazione”. Lo stesso collaudatore parla di “buona riuscita dei lavori fatti a esclusione di un intervento previsto in copertura: che per lo stato delle strutture si è ritenuto opportuno non effettuare”. Tuttavia, secondo una prima lettura, la parte centrale dell’istituto potrebbe essere crollata sotto il peso di quella “pesante copertura” realizzata negli anni Settanta in sostituzione di quella originaria, con tetto e sottotetto in cemento. Lavori di cui, si scopre oggi, non si trova alcuna autorizzazione. L’ultima beffa per quell’area che doveva “accogliere i cittadini nell’emergenza”.

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