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Carenza di microchip: il settore auto è in crisi

Ago 21, 2021

La crisi nera dei microchip non tende a placarsi e presto anche il settore auto ne risentirà parecchio. Già il processo è sulla strada d’emergenza, con il mercato delle quattro ruote che non può sorridere in Europa e non solo.

Il momento di difficoltà dei semiconduttori potrebbe persistere infatti nel tempo lasciando degli strascichi non di poco conto. Secondo le stime della società di consulenza globale AlixPartners si starebbe infatti andando incontro a un vero e proprio buco nero dalla difficile risalita, col settore automotive che potrebbe vedere andare in fumo dai quattro ai sette milioni di veicoli.

La carenza dei componenti elettronici, che ha già visto Tesla costretta a bloccare la produzione, si traduce in un netto taglio della produzione da parte della maggior parte delle Case, con un conseguente calo in borsa da non sottovalutare.

Se la crisi del microchip ha portato all’aumento dei prezzi delle auto usate, aziende come Toyota perdono il 4,4% e sono costrette a dire stop alla produzione di nuove auto che si traducono col taglio di oltre il 40% dei mezzi a settembre rispetto ai piani precedenti. Ad andare in rosso sono anche Stellantis, con una perdita dell’1,16%, insieme a Ferrari (-0,74%), Pirelli (-1,45%) e Brembo (-0,98%).

Ripercussioni di un certo livello sulle catene di fornitura che trovano le cause principali nell’andamento della pandemia. Se il primo lockdown del 2020 aveva portato con sé un vero e proprio boom di richieste, i successivi mesi si sono rivelati essere tragici per la produzione dei componenti anche a causa di alcuni incendi nella fabbriche e chiusure di alcuni impianti che hanno rallentato la produzione e portato alla crisi attuale.

Anche un colosso con Volkswagen negli ultimi giorni ha annunciato il taglio della produzione nell’impianto di Wolfsburg, il principale del Gruppo, che porterà la Casa all’inevitabile crollo in Borsa. Nel marasma generale del comparto Stmicroelectronics cede oltre il 3% a Parigi e Milano, con Infineon alla Borsa di Francoforte che ha un andamento in linea con il gruppo italo-francese. Stando alle stime del direttore esecutivo di IHS Markit Mark Fulthorpe la crisi del microchip porterà a una riduzione del volume di produzione delle quattro ruote tra i sei e i sette milioni di unità a livello mondiale.

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