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Brexit e altri shock non fermano fusioni e acquisizioni: operazioni da 3.600 miliardi nel 2016

Dic 31, 2016

LONDRA – La Brexit, Donald Trump e altri terremoti politici non hanno scalfito la tendenza a comprare e ingrandirsi: il 2016 si chiude come un altro anno record per le fusioni e le acquisizioni a livello mondiale. Il totale dei “merger and acquisitions” negli ultimi dodici mesi ha raggiunto 3,6 trilioni di dollari, il secondo livello più alto di “M&A” dalla grande recessione globale del 2007 ad oggi, secondo dati della agenzia Thomson Reuters pubblicati dal Financial Times.

E’ comunque un passo indietro rispetto all’anno migliore dell’ultimo decennio, il 2015, quando l’ammontare delle transazioni raggiunse 4,37 trilioni di dollari, il 17 per cento in più rispetto al 2016. Ma la flessione era considerata inevitabile. La vittoria della Brexit nel referendum britannico sull’Unione Europea e l’elezione di Trump alla Casa Bianca venivano visti come eventi catastrofici dal punto di vista economico e finanziario, con predizioni di crolli in borsa e recessioni a valanga che non si sono avverate ma hanno creato una pausa di riflessione tra gli investitori, nell’incertezza di quello che sarebbe accaduto. Dopodiché, dice Sarkis Jebejian, un analista della City, al quotidiano finanziario britannico, “il business è tornato alla normalità, una volta che i consigli di amministrazione hanno assorbito lo shock” delle sorprese politiche dell’anno, apparentemente senza preoccupazioni per gli effetti negativi a lungo termine di tali eventi, che secondo molti economisti sono destinati a manifestarsi nei prossimi mesi ed anni.

Crescere attraverso operazioni per consolidarsi attraverso la fusione con aziende dello stesso settore è il trend degli ultimi due anni, nota il Ft. L’acquisizione dell’anno del 2016 è stata l’acquisto da 108 miliardi di dollari del gruppo mediatico Time Warner da parte della società di telecomunicazioni AT&T. E mentre a livello globale nel 2016 i “merger” su grande scala, definiti come superiori a 5 miliardi di dollari, sono calati di un terzo e il volume dei “take-over” negli Stati Uniti sono diminuiti del 18 per cento, un dato ha registrato un aumento rispetto all’anno record del 2015: le transazioni che hanno avuto come protagonista la Cina. Nonostante un rallentamento nella prima parte dell’anno, il 2016 finisce con 220 miliardi di dollari di “M&A” cinesi, il doppio dell’anno precedente. La più grande acquisizione di Pechino è stata quella realizzata dalla ChemChina, un’azienda di stato, della compagnia agroalimentare svizzera Syngenta per 44 miliardi di dollari.

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