AGI – Torna libero dopo 25 anni di carcere Giovanni Brusca, stragista e feroce assassino. Il boss mafioso, ha lasciato il carcere di Rebibbia questo pomeriggio. Fedelissimo di Totò Riina, accusato della strage di Capaci, è stato anche collaboratore di giustizia di varie procure del Paese. Brusca, come scrive l’Espresso, ha finito di scontare quasi tutta la sua pena e ora sarà sottoposto a quattro anni di libertà vigilata come disposto dalla Corte d’Appello di Milano, dopo la decisione del Tribunale di sorveglianza di Roma.
E’ accusato anche della brutale uccisione di Giuseppe Di Matteo, il figlio undicenne del pentito Santino: il piccolo è stato strangolato e sciolto nell’acido perchè il papà collaborava con la giustizia.
Ai magistrati di Palermo, Firenze e Caltanissetta, Giovanni Brusca, figlio del capomafia Bernardo, esponente della Cupola e morto in carcere, ha parlato delle proprie responsabilità in ordine al suo ruolo nella progettazione ed esecuzione della strage di Capaci del 23 maggio 1992, ma anche in diversi delitti e omicidi efferati che non hanno risparmiato donne e bambini. “La mia non è una scelta facile – aveva detto parlando della sua decisione – pesa la storia della mia famiglia, il dover accusare altri”.
Aveva goduto di diversi permessi premio per buona condotta. Solo qualche giorno. Poi il ritorno in carcere, a disposizione delle procure che hanno indagato sulle stragi del ’92 e del ’93, parlando anche dei rapporti tra Cosa nostra e pezzi della politica e della burocrazia. Adesso la scarcerazione.
Maria Falcone: “Un dolore, ora vigilare!
“Umanamente è una notizia che mi addolora, ma questa è la legge, una legge che peraltro ha voluto mio fratello e quindi va rispettata. Mi auguro solo che magistratura e le forze dell’ordine vigilino con estrema attenzione in modo da scongiurare il pericolo che torni a delinquere, visto che stiamo parlando di un soggetto che ha avuto un percorso di collaborazione con la giustizia assai tortuoso.
La stessa magistratura in più occasioni ha espresso dubbi sulla completezza delle sue rivelazioni, soprattutto quelle relative al patrimonio che, probabilmente, non e’ stato tutto confiscato: non e’ piu’ il tempo di mezze verità e sarebbe un insulto a Giovanni, Francesca, Vito, Antonio e Rocco che un uomo che si e’ macchiato di crimini orribili possa tornare libero a godere di ricchezze sporche di sangue”.
Lo ha detto Maria Falcone, sorella del giudice Giovanni Falcone, dopo la notizia della scarcerazione per fine pena di Giovanni Brusca, l’ex capomafia, poi pentito, che ha premuto il telecomando che ha innescato l’esplosivo nella strage di Capaci. Nell’attentato morirono Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti di scorta Antonio Montinaro, Vito Schifani e Rocco Dicillo.