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Cosa sappiamo dell’incidente alla funivia del Mottarone

Mag 24, 2021

La procura di Verbania ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo e lesioni per capire cosa sia successo sulla funivia del Mottarone. L’impianto, revisionato nel 2016, era stato riaperto ieri (domenica 23 maggio), ma intorno alle 12.30 si è spezzato il cavo che traina la cabina verso la stazione di arrivo. Nella caduta sono morte 14 persone. Nove corpi sono stati ritrovati all’interno del relitto della cabina mentre altri cadaveri sono stati trovati all’esterno. Le vittime sono cinque israeliani, due dei quali residenti a Pavia, un iraniano e sei italiani: una giovane di Belvedere Marittimo (Cosenza) e residente a Diamante (Cosenza), una donna e due uomini di Varese; un uomo e una donna residenti a Castel San Giovanni (Piacenza).

 

Resta in condizioni gravi il bimbo di 5 anni, unico superstite di una famiglia israeliana, al momento ricoverato nel reparto rianimazione dell’ospedale Regina Margherita di Torino. Il bambino è intubato e sedato. Ieri è stato sottoposto a un intervento chirurgico per la riduzione delle fratture. 

  

 

Il ministero delle infrastrutture e dei Trasporti ha istituito una commissione ispettiva con il compito di “individuare le cause tecniche e organizzative” che hanno provocato l’incidente all’impianto che collega la città di Stresa, sulla sponda piemontese del Lago Maggiore, con il monte Mottarone. Intanto ha avviato un’inchiesta anche la direzione generale per le Investigazioni ferroviarie e marittime, l’organismo investigativo indipendente previsto dalla normativa Ue. Al momento non si sa che cosa abbia causato la rottura del cavo di traino e perché non si siano attivati i freni di emergenza che dovrebbero impedire incidenti di questo tipo.

 

La funivia del Mottarone, inaugurata nel 1970, era stata chiusa nel 2014 per garantirne una revisione generale e riaperta il 13 agosto 2016. La manutenzione straordinaria ha previsto tra l’altro la sostituzione dei motori, dei quadri elettrici, dell’apparato elettronico e dei trasformatori. È stata eseguita anche una magnetoscopia sulle funi, una sorta di esame ai raggi x per verificarne la tenuta. Le cabine sono state smontate, ricondizionate e rimontate con impianto acustico e videocamera di sorveglianza a bordo. “Dobbiamo verificare – ha detto il procuratore di Verbania Olimpia Bossi – anche la possibilità che sia verificabile anche il reato di attentato alla sicurezza dei trasporti, anche in base alla natura pubblica o meno dell’impianto. L’intera area è stata posta sotto sequestro e saranno incaricati dei periti tecnici per accertare le cause dell’incidente”.

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