AGI – “Dobbiamo sempre rimanere vigili, non possiamo distrarci, anche perché ne va di mezzo la nostra incolumità personale e perché ci hanno anche accusati di esserci appropriati degli effetti personali di Giulio. Temiamo nuovi tentativi di depistaggio e di delegittimazione del lavoro di investigazione fatto“.
Lo ha detto Claudio Regeni, padre del giovane ricercatore ucciso nel 2016 a Il Cairo, in collegamento con la moglie Paola e con l’avvocato Alessandra Ballerini a ‘Che Tempo Che Fa’, su Rai3. “Confesso – ha detto poi Paola Regeni – che quando attraverso la strada non guardo solo a destra e a sinistra ma guardo due volte, e anche quando entro in casa lo faccio in un certo modo”.
“La prima udienza del processo è stata rinviata. È stata una falsa partenza perché uno dei quattro avvocati è venuto a contatto con una persona positiva al Covid e non si è potuta tenere per questo l’udienza preliminare. Questa persona poteva delegare o collegarsi da remoto, ma non ha voluto accettare la modalità. Questo ci sembra un comportamento non corretto e temiamo che possa ripetersi anche alla prossima udienza del 25 maggio”, ha aggiunto Claudio Regeni.
“È una manovra ostruzionistica”, ha aggiunto sua moglie Paola. “Non dobbiamo dimenticare – ha continuato – che il procuratore egiziano è emanazione diretta del presidente al Sisi e si presuppone che faccia i suoi interessi. Oltre a continuare a offendere Giulio, noi e tutti gli italiani, hanno offeso la Procura italiana. Non c’è stata alcuna levata di scudi da parte della politica e questo è molto grave”.