AGI – Papa Francesco ha espresso la sua personale tristezza per la tragedia che ha visto morire in Israele 45 pellegrini ebrei ortodossi che partecipavano ad un raduno religioso sul Monte Meron, in occasione della festa di Lag ba-Omer. “Con tristezza esprimo la mia vicinanza al popolo israeliano”, ha detto al termine della recita del Regina Caeli, “assicuro la mia preghiera per le vittime di questa tragedia ed i loro familiari”.
Già nei giorni scorsi l’Assemblea degli ordinari cattolici di Terra Santa aeva inviato un messaggio di cordoglio al presidente di Israele, Reuven Rivlin. Gli ordinari cattolici di Terra Santa avevano espresso le loro condoglianze anche alle famiglie di quanti sono rimasti coinvolti nell’incidente e assicurato le loro preghiere per la guarigione delle decine di persone che hanno riportato ferite.
Gli auguri alla Chiesa Ortodossa
Papa Francesco ha poi inviato i suoi “migliori auguri” alla Chiesa Ortodossa e a tutte le chiese che oggi “celebrano la Pasqua secondo il Calendario Giuliano”. “Il Signore conforti coloro che vivono in situazioni particolarmente difficili”, ha aggiunto. Le celebrazioni della Pasqua ortodossa sono state seguite con particolare attenzione, quest’anno, dagli organi di informazione vaticani.
L’Osservatore Romano ha pubblicato una lunga intervista a Teofilo III, il patriarca ortodosso di Gerusalemme, dedicata al valore della cerimonia del Sacro Fuoco che si svolge ogni Sabato Santo ortodosso nella Basilica del Santo Sepolcro. “La cerimonia del Sacro Fuoco è un evento veramente ecumenico, nel senso che è un evento che unisce non solo tutti i cristiani ma anche tutti gli uomini di buona volontà, senza distinzioni, in tutto il mondo, a partire dalle nostre comunità locali”, ha sottolineato il religioso nell’intervista, “è un momento importante per noi cristiani ortodossi, ma anche per tutti i cristiani che vi partecipano: armeni, copti e siriani, così come cattolici romani, anglicani, luterani e perfino gente di altre fedi religiose che ogni anno non vogliono mancare la loro presenza. Il Sacro Fuoco distribuisce generosamente la sua luce a tutti, così che tutti coloro che desiderano riceverla possano conoscere l’illuminazione, la vera Luce increata che arriva nelle nostre menti e nei nostri cuori”.
Una Pasqua comune in futuro?
IL quotidiano della Santa Sede si è anche soffermato sulla questione, sollevata nelle settimane passate ma poi affossata da un intervento del patriarcato di Mosca, di una data unica per tutte le chiese per la celebrazione della Resurrezione di Cristo. “Nel 2025 la cristianità celebrera’ il 1700mo anniversario del Concilio di Nicea e in quell’anno le Chiese d’Oriente e d’Occidente potranno celebrare la Pasqua nuovamente insieme, lo stesso giorno, il 20 aprile”, ha ricordato l’Osservatore Romano, “è facilmente comprensibile dunque che si sia risvegliato il desiderio di sfruttare questo grande giubileo come una proficua opportunità per portare avanti gli sforzi verso il raggiungimento di una data comune della Pasqua cristiana nel futuro. Papa Francesco e il papa-patriarca copto ortodosso Tawadros II si sono ripetutamente espressi in questo senso. E l’arcivescovo greco-ortodosso Job Getcha, copresidente della Commissione internazionale mista per il dialogo teologico tra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa, ha recentemente pubblicato una proposta specifica”.
Inoltre “anche sua beatitudine Teofilo III si esprime nella stessa direzione. Ravvisa nello sforzo di trovare una data di Pasqua comune non solo un’importante priorità pastorale. Egli si dice profondamente convinto che la Pasqua è la festa più antica e più significativa della cristianità, che la fede cristiana sta o cade con la Pasqua e che una data comune di Pasqua potrebbe portare ulteriormente alla luce questa rilevanza fondamentale”.