AGI – “Non penso che possiamo dire così”, “Troppo sensazionalistico”. Cristiana Salvi, responsabile della comunicazione di Oms Europa, commenta in questo modo le affermazioni “corpi accatastati” e “senza una sepoltura dignitosa”, con riferimento alle persone morte per Covid, contenute nel rapporto redatto da Francesco Zambon e altri ricercatori pubblicato e poi sparito nel giro di 24 ore dal sito dell’Oms il 13 maggio del 2020.
Una riga rossa sulla parola “dignitosa”
“Ognuno in Italia e altrove – queste le parole scelte dal team guidato dall’allora funzionario di Venezia, poi dimessosi – ha potuto vedere in televisione le immagini delle persone nelle terapie intensive e dei corpi accatastati, senza una dignitosa sepoltura”.
Il rapporto finale sarà comunque pubblicato, due giorni dopo questa chat letta dall’AGI, nella gran parte come nella versione originale. La parola “dignitosa” era stata cancellata con una riga rossa – non è chiaro se da Ranieri Guerra o dalla stessa Salvi – mentre “corpi accatastati”, che gli autori riferivano alla scena delle bare portate via dall’Esercito a Bergamo, era stata evidenziata in giallo.
Nella versione finale “senza sepoltura dignitosa” diventerà “senza un vero funerale”.
“Bomba mediatica dire che i medici di base sono morti”
Sono tantissime altre le correzioni apportate dagli autori a cominciare dalla prefazione in cui Zambon e i collaboratori parlano di “sistema vicino al collasso in Italia”, una circostanza che “generò il panico in tutto il mondo”, tenendo presente che “l’Italia ha uno dei migliori sistemi sanitari al mondo”. “E’ importante distinguere – scrive Salvi –: il collasso fu nel nord del Paese e non direi che ha provocato il panico nel mondo”.
“Un motivo in più di accusa” viene definita l’affermazione contenuta nel dossier che si erano registrati diminuzioni e rinvii delle visite per chi era affetto da patologie croniche a causa della crisi del sistema sanitario innescata dal Covid.
Critiche anche a quanto riportato in merito al ‘paziente uno’ di Codogno. Viene sottolineato nel report che non fu sottoposto al tampone perché non rientrava nelle condizioni richieste dal protocollo in quel momento. “Questo potrebbe essere molto critico per noi e per altri dieci Paesi”, è l’opinione di Salvi che Guerra spiega di avere messo in copia nella discussione con Zambon “per una sua lettura ‘comunicativa’ , dato che abbiamo condivisole ultime anche minacciose situazioni mediatiche per cui il documento potrebbe prestare appigli se non adeguatamente formulato”.
I 106 commenti che appaiono nella chat sono per lo più di Salvi che parla più volte di “bomba mediatica”, una con riferimento anche ai “rischi che corrono i medici di base: su 153 medici morti tra l’11 marzo e il 30 aprile, 53 sono d base”.
Agenzia Giornalistica Italia