AGI – Il tanto atteso mini boom economico dopo un anno segnato dal Covid è iniziato negli Stati Uniti, dove ormai quasi un quarto della popolazione è vaccinato, e anche i prezzi hanno iniziato a salire.
La ripresa dei consumi a marzo ne è un chiaro segnale: le vendite al dettaglio sono balzate del 9,8% su base mensile, ben al di sopra delle aspettative e dopo il -3% di febbraio, legato anche al freddo polare che ha sorprendentemente colpito Stati come il Texas. Gli analisti si aspettavano un incremento del 5,9%.
I cittadini americani hanno comprato di tutto: dai vestiti agli articoli sportivi, passando per musica, libri, auto ma anche facendo incetta di cibo e bevande, con la spesa per quasi tutte le categorie di beni al di sopra di dove era prima che il mondo avesse sentito parlare del Covid. “Il boom dei consumi è solo all’inizio”, commentano in una nota Gregory Daco e Lydia Boussour, analisti di Oxford Economics.
E Wall Street lo ha capito bene. Tutti gli indici sono in rialzo, con il Dow Jones (+0,75%) e lo S&P 500 (+0,84%) che toccano nuovi record intraday. Bene anche il Nasdaq, che procede a +0,97%.
Gli americani, complice anche l’arrivo dei nuovi stimoli e degli assegni governativi arrivati a un gran numero di famiglie, sono meno riluttanti a fare shopping e a cenare fuori, con sempre più Stati che allentano blocchi e restrizioni. E dopo un anno senza andare in vacanza e al bar i risparmi sono ai massimi storici.
“Grazie ai nuovi stimoli, i consumatori hanno approfittato del clima più caldo e delle vaccinazioni che procedono a ritmo serrato per concedersi il lusso di entrare nei concessionari d’auto, nei centri commerciali, nei ristoranti e nei negozi di arredamento non solo per guardare ma anche per spendere”, spiegano ancora Daco e Boussour.
Di conseguenza, all’inizio di aprile le richieste di sussidi di disoccupazione scendono al livello più basso dall’inizio della crisi, segno che il ritmo dei licenziamenti, rimasto sconcertante nel primo trimestre di quest’anno, sta finalmente iniziando a rallentare. La scorsa settimana, 576.000 persone hanno chiesto nuovamente l’indennità, rispetto alle 769.000 della settimana precedente, secondo gli ultimi dati del Dipartimento del Lavoro.
Anche il numero totale di persone che beneficiano dell’assistenza in caso di perdita di lavoro o di stipendio, è diminuito drasticamente, raggiungendo i 16,9 milioni alla fine di marzo. I datori di lavoro hanno creato 916.000 nuovi posti destagionalizzati a marzo, quando il tasso di disoccupazione è sceso al 6%. E il numero di disoccupati dovrebbe continuare a diminuire nei prossimi mesi, mentre l’economia continua a riprendersi. Anche se questa settimana la limitazione nell’uso del vaccino Johnson & Johnson avrà sicuramente un certo impatto.
Nell’area di New York, ad esempio, le intenzioni di assumere nell’industria manifatturiera sono salite a livelli senza precedenti ad aprile, con quasi la metà delle aziende intervistate che prevede di aumentare la propria forza lavoro nei prossimi mesi, secondo gli ultimi dati della Fed. Anche l’attività manifatturiera in questa regione si è impennata ad aprile, raggiungendo livelli che non ti toccavano da parecchi, ha reso noto la filiale locale della Banca Centrale. Idem nell’area di Filadelfia, dove si è raggiunto il top da 50 anni.
Anche la produzione industriale sale a marzo (+1,4%), pur se meno delle attese, con gli analisti che puntavano su un aumento del 2,5% e contro il 2,6% precedente. La produzione industriale “si è ripresa dopo le interruzioni dovute alle condizioni meteo di febbraio – sottolinea James Knightley, Chief International Economist di Ing – ma l’entità del rimbalzo è stata un po’ deludente e una parte significativa di ciò può essere attribuita alla carenza di semiconduttori, ma con il miglioramento di questa situazione, i settori manifatturieri sembrano destinati a tornare a crescere con forza”.
Nel frattempo il governo federale ha erogato da metà marzo circa 159 milioni di assegni per oltre 376 miliardi di dollari alle famiglie, nell’ambito dell’ultimo pacchetto di aiuti contro la pandemia. Anche gli Stati federali a marzo hanno allentato le restrizioni i limiti sui pasti al coperto. Insomma, marzo è stato un mese positivo per gli Stati Uniti, anche se i contagi sono rimasti su livelli molto alti e i livelli occupazionali restano ben al di sotto dei livelli pre-pandemici. La luce alla fine del tunnel pandemico c’è, e si può toccare con mano.