AGI – È l’unico vaccino antiCovid monodose disponibile. Può essere conservato in frigorifero e può essere somministrato a tutte le persone con un’età superiore ai 18 anni.
Ecco l’identikit del vaccino Johnson & Johnson, che sbarcherà in Italia questa settimana, per ora con un primo carico da poco più di 180mila dosi. E’ il quarto vaccino approvato dall’Ema dopo Pfizer, Moderna e AstraZeneca. Un siero molto atteso per la facilità di conservazione e, appunto, per il fatto che è necessaria una sola dose.
Il vaccino J&J utilizza una tecnologia diversa da quella dei vaccini a Rna prodotti da Pfizer/BioNTech e Moderna. Si tratta infatti di un vaccino a vettore virale, come AstraZeneca: un frammento di Dna corrispondente alla proteina Spike, la chiave con cui il virus Sars-CoV-2 entra nelle cellule, viene inserito in un virus innocuo per l’uomo e opportunamente modificato. Il virus infetta le cellule umane e il Dna viene così letto e tradotto in proteina. Quest’ultima è l’antigene contro cui poi monta la risposta immunitaria.
Dai trial clinici condotti, che hanno coinvolto all’incirca 44mila persone, l’efficacia del vaccino Johnson & Johnson è risultata pari a circa il 66 per cento. Ma contro la variante sudafricana la percentuale di efficacia scende, intorno al 57 per cento.
Tuttavia, si stima che il vaccino possa prevenire le forme gravi di Covid fino al 77 per cento dopo 14 giorni dalla somministrazione e almeno all’85 per cento dopo 28 giorni. Gli effetti collaterali riscontrati durante gli studi clinici sono nella norma, ma la stessa Ema ha da poco iniziato controlli aggiuntivi per indagare meglio sulla sicurezza del prodotto a seguito della segnalazione di 4 eventi tromboembolici.
La Johnson & Johnson dovrebbe fornire all’Unione Europea 200 milioni di dosi entro la fine del 2021 e all’Italia ne spetta una quota proporzionale alla sua popolazione.
Dopo la prima tranche da 180mila dosi, secondo l’ultimo aggiornamento del piano vaccinale arriveranno nel nostro Paese nel secondo trimestre 7,3 milioni di dosi, cui seguiranno 15,9 milioni di dosi nel terzo trimestre e 3,3 milioni nel quarto, per un totale di 26,5 milioni di dosi entro il 2021.
In totale, entro la fine di giugno l’azienda americana dovrebbe consegnare all’Ue 55 milioni di fiale, ma a causa di problemi nella catena di produzione non è escluso che ci possano essere dei ritardi, così come è successo negli Usa.
Si è inoltre in attesa dei risultati della revisione avviata dall’Ema nei giorni scorsi, ma secondo le autorità americane, non ci sarebbero legami tra il vaccino e le trombosi.