Grazie a Lorenzo Pizzuti e alla sua interessante serie di articoli su Energia e Materia Oscura in questo periodo stiamo esplorando uno dei più grandi misteri della Scienza contemporanea, ma non è l’unico. Anzi, se ci pensiamo benedel mondo attorno a noi conosciamo ben poco. È uno dei motivi per i quali la Scienza e la ricerca sono fondamentali per il progresso dell’uomo, oggi come nei secoli passati.
Se volete dare un’occhiata all’ignoto attorno a noi un ottimo punto di partenza è “Tredici cose che non hanno senso. Dove si spiegano i grandi enigmi della scienza“, un divertente e interessante libro scritto da Michael Brooks, laureato in Fisica quantistica che ha deciso di mettere le sue competenze al servizio della gente comune, lavorando alla pubblicazione di contenuti scientifici su New Scientist, The Guardian, The Independent, The Observer e altri, e che ha partecipato alla realizzazione di documentari per Discovery Channel.
Brooks dà un grande insegnamento a chi non ha mai studiato filosofia della Scienza: “nella Scienza un’impasse può essere segno che stai per fare un gran passo avanti. Le cose che non hanno senso, in un certo senso, sono le sole che importino”. A qualcuno quest’affermazione suonerà strana, ma fa semplicemente eco a quanto sosteneva il filosofo Thomas Kuhn, quando ammoniva: “badate alle anomalie [inteso come gli eventi che vanno contro il paradigma]”.
Detto questo, l’autore prende 13 esempi più o meno famosi e li mette davanti ai lettori con una magistrale abilità descrittiva e divulgativa che spinge passo dopo passo a volersi spingere oltre, e a capire che in tutti i settori si nascondono misteri irrisolti o scheletri negli armadi di cui prima o poi bisognerà liberarsi.
Gli argomenti sono di quelli cari ai lettori di Tom’s: la Materia Oscura, l’anomalia delle sonde Pioneer, la fusione fredda, la vita su Marte, il segnale Wow! e molte altre. Non mi dilungo su ciascuno, propongo solo una piccola curiosità molto attuale: pochi sanno che quando la sonda Viking atterrò su Marte nel 1976 e analizzò campioni di terreno rilevò la presenza di molecole organiche, ma l’esito dell’esperimento fu liquidato velocemente come un errore. Tutt’oggi spediamo sonde e rover su Marte alla ricerca della vita, ma se quello della Viking non fosse stato un errore?
L’idea interessante e se vogliamo originale del libro è che non si ferma a concludere che la soluzione di questi enigmi ci toglierà dubbi e alimenterà la nostra conoscenza. Anzi. Prima di tutto l’autore spiega che prendersi la briga di risolverli vorrà dire avere l’umiltà di imparare cose nuove sul processo di acquisizione scientifica. In secondo luogo richiederà un’apertura mentale che metterà alla prova anche gli scienziati più bendisposti verso le nuove idee. In ultimo, aprirà nuovi scenari e nuovi misteri (come sempre accade nella Scienza), che ci dimostreranno per l’ennesima volta che la Scienza è qualcosa di vivo e stimolante e che, come ricordava Richard Feynman, progredisce grazie all’incertezza.
Non dimentichiamo poi un’altra questione: la soluzione di questi enigmi potrebbe essere una risposta rassicurante o una minaccia alla visione che ci siamo fatti del mondo. Ma è una giustificazione valida per ignorarla con buona pace di quello che ci fa comodo?
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