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La lezione di Dionisi e un Lecce “galattico”

Feb 14, 2021

IL GIOCO DI DIONISI E IL RIGORE ALLA SPAL – Acora rimontata, trattenuta per il lembo della maglietta, ostacolata con tutte le peggiori tattiche possibili, la capolista, però, non si batte. Al massimo è possibile rallentarla, ma da 17 giornate non conosce sconfitte o semplici difficoltà. E, se non definitivamente in fuga, Dionisi continua a dominare la stagione nel gioco, micidiale, bellissimo e concreto. E allora poco importa che il rigore assegnato alla Spal da Mariani faccia di nuovo urlare il presidente Corsi, benché il fischietto di Aprilia potrebbe aver sanzionato non l’intervento di Romagnoli, che evidentemente è sulla palla, ma una spintarella alle spalle dell’accorrente Segre. Altrimenti, posizionato com’è l’arbitro a ridosso dell’azione incriminata, bisognerebbe dare ancora ascolto ai cattivi pensieri o aggrapparsi alle ingiustizie patite anche dalla Spal che hanno sottratto punti preziosi a Floccari e compagni. E allora teniamoci come spot di questo torneo il finale batticuore del “Mazza” durante il quale le due contendenti hanno provato a superarsi comunque, laddove tutto avrebbe consigliato prudenza e di godersi il reciproco punto a portata di mano.

BAGARRE PER LA A: IL LECCE E’ GALATTICO – Troppo ghiotta, in verità, l’occasione di riaprire i giochi per la promozione diretta tornata contendibile anche per lo scivolone del Monza in casa nell’anticipo con lo spigoloso Pisa di D’Angelo. In attesa del risultato del Chievo di Aglietti, atteso a Brescia da un vibrante testacoda contro Clotet, ultima invenzione di Cellino in panchina, qualcosa lassù pur si muove. Fanno festa grande, infatti, il Cittadella che sorprende il Pordenone e ricaccia Tesser ai margini dalla zona playoff, ma anche il redivivo Lecce di Corini capace di passare allo “Zini” contro l’indecifrabile Cremonese di Pecchia con un “galattico” Rodriguez. Il gioiellino arrivato nel Salento dal Real Madrid prima propizia l’autogol di Castagnetti, poi si prende tutto con un gol che fa sussultare il presidente Sticchi Damiani in tribuna e l’impassibile direttore Corvino che aveva dimenticato certe passioni cadette di cui farebbe volentieri a meno. Alla fine il Lecce c’è e questa è l’unica cosa che conta con una classifica che comprime 7 antagoniste in 4 punti e tutto può ancora accadere per la A diretta.

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