ROMA – La Sicilia in giallo. La Toscana, la Liguria e l’Abruzzo in arancione. L’Umbria in rosso. Sono questi, nello scenario più mutevole, i possibili cambiamenti di colore nella cartina delle Regioni italiane attesi a partire da domenica 14 febbraio e su cui già oggi, venerdì 12, si esprimerà l’Istituto superiore di Sanità assegnando i nuovi livelli di rischio a ogni territorio sulla base dei dati epidemiologici del monitoraggio settimanale.
l momento si contano 17 Regioni gialle più la Provincia autonoma di Trento. Dall’11 febbraio, infatti, è passata nella fascia con minori restrizioni anche la Puglia, dopo una rettifica degli ultimi dati forniti dalla Regione. La Toscana, però, dopo cinque settimane in fascia gialla, potrebbe passare in arancione con delle piccole aree di lockdown: Chiusi è già zona rossa da sabato scorso e Sansepolcro sembra destinata a stessa sorte. E così, a forte rischio, è anche l’Abruzzo. E la Liguria che ha un Rt tra 1,01 e 1,02 che tecnicamente potrebbe riportare regione in fascia arancione. Non sono al riparo ma dovrebbero restare gialle il Friuli Venezia Giulia e il Molise così come la Campania. Già in arancione sono Bolzano (dove però la Provincia autonoma ha deciso di entrare in lockdown per tre settimane a partire dall’8 febbraio), la Sicilia (che ha buone chance di colorarsi di giallo a partire da lunedì) e l’Umbria.
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Qui la provincia di Perugia e sei comuni del ternano sono in fascia rossa in base a un’ordinanza regionale della governatrice Donatella Tesei, ma l’intero territorio, con un Rt abbondantemente sopra 1 e un rischio complessivo alto, è vicino a scivolare tutto in zona rossa per tentare di arginare i focolai delle nuove varianti. Anche l’Ecdc (l’European Centre for Disease Prevention and Control) dell’Unione europea, ha inserito dall’11 febbraio l’Umbria nelle aree in “rosso scuro”.
C’è poi lo strano caso della Provincia autonoma di Trentoche per l’Europa è ad alto rischio a causa dell’indice di contagio che in questa settimana è schizzato al doppio della media nazionale, mentre per il governo italiano è zona gialla. Tanto che mercoledì 17, salvo declassamenti, è prevista la tanto attesa apertura delle piste da sci.
Nessuna Regione è in zona bianca ma ce n’è una in pole position che, confermando dati rassicuranti per altre due settimane (meno di 50 casi ogni 100 mila abitanti), potrebbe ambire a riaprire palestre, piscine, bar e ristoranti, seppure mantenendo il distanziamento e la mascherina: è la Val D’Aosta.
Covid, le Regioni chiedono di prorogare il divieto spostamenti. Boccia: “Possibile allungamento al 5 marzo”
di Alessandra Ziniti 11 Febbraio 2021
Sempre in giornata arriveranno poi le decisioni del Consiglio dei ministri, l’ultimo del governo uscente. E arriverà la firma sul decreto legge, che sembra ormai certo, per prorogare al 5 marzo il blocco degli spostamenti tra le Regioni. La misura, sostenuta dai ministri della Salute Roberto Speranza e degli Affari regionali Francesco Boccia, è caldeggiata dalle Regioni che però chiedono che nel nuovo Dpcm si valuti la possibile riapertura graduale di cinema, palestre e teatri. Tutti temi già sul tavolo, ma su cui si pronuncerà il nuovo esecutivo.
Lo sci riparte con skipass a numero chiuso ma non sarà possibile muoversi tra regioni
di Andrea Selva 12 Febbraio 2021
Sullo sci, invece, i governatori hanno fatto le loro mosse. La riapertura degli impianti è possibile dal 15 febbraio, allo scadere dello scorso Dpcm, e, salvo colpi di scena dell’ultimo minuto, è confermata l’apertura da lunedì per Lombardia e Piemonte e tra il 17 e il 19 per Val d’Aosta, Friuli e Trentino (che spera di non venir declassato). In Veneto si deciderà oggi.