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Ue, migliorate le stime sul Pil italiano 2020: -8,8%. Ma ripresa più lenta nel 2021

Feb 11, 2021

MILANO – Il 2020 è andato meno peggio del previsto, ma per l’anno in corso la ripresa sarà più lenta. E’ questa la diagnosi della Commissione Europea sui conti pubblici italiani nelle sue previsioni economiche di inverno. Secondo l’esecutivo Ue, l’Italia ha chiuso il 2020 con un calo del Pil dell’8,8% (rispetto al -9,9% ipotizzato a novembre), ma per il 2021 è previsto un rimbalzo del 3,5% a fronte del 4,1% atteso.

Da Bruxelles arrivano quindi buoni segnali per l’intera economia dell’Eurozona, ma la ripartenza avrà ritmi diversi a seconda dei Paesi. “Visto che la recessione nel 2020 non è stata profonda come previsto, e grazie ai vaccini, ci si attende che la Ue raggiunga i livelli di crescita pre-pandemia che aveva nel quarto trimestre 2019, già nel secondo trimestre del 2022, prima di quanto previsto lo scorso autunno”, ha detto il commissario all’economia Paolo Gentiloni. “Ma uno su quattro avrà bisogno di più tempo. Inoltre, nessuno Stato membro tornerà nel 2022 alle proiezioni di crescita che aveva prima della crisi”.

Nonostante l’Europa resti “nella morsa della pandemia” con la nuova ondata e le varianti che hanno costretto a nuove misure di contenimento, la Commissione Ue vede “luce alla fine del tunnel” grazie all’avvio dei programmi di vaccinazione che “danno motivo per un cauto ottimismo”. Bruxelles stima una crescita del +3,8% nel 2021 e 2022, ma – ha chiarito ancora Gentiloni – le previsioni non tengono conto dell’ impatto del Recovery Fund “che potrebbe essere significativo”.

Rispetto al nostro Paese, scrive ancora la Commissione nel suo rapporto, “dopo il forte rimbalzo del Pil durante l’estate – quando l’economia italiana ha recuperato quasi tre quarti della perdita subita nella prima metà del 2020 – la pandemia di Covid-19 ha nuovamente rafforzato la sua morsa” sull’Italia. “Tuttavia – prosegue Bruxelles -, rispetto alla primavera del 2020, le ultime misure di contenimento incidono direttamente su una porzione molto più piccola dell’attività economica. In particolare, il settore industriale, che rappresenta una quota importante dell’economia italiana, e il settore delle costruzioni, continuano a operare senza restrizioni, il che ha impedito un calo della produzione ancora maggiore nel quarto trimestre del 2020. Continuano invece a vacillare i servizi ad alta intensità di contatto, incluso il turismo sotto l’impatto economico della pandemia e sono nuovamente pronti a subire il peso delle misure di lockdown imposte”.

Positivo anche il giudizio del vicepresidente della Cmmissione Ue Valdis Dombrovskis. “Le previsioni forniscono una vera speranza in un momento di grande incertezza per tutti noi. La solida ripresa prevista della crescita nella seconda metà di quest’anno mostra molto chiaramente che stiamo voltando l’angolo per superare questa crisi. Una forte risposta europea sarà fondamentale per affrontare questioni come la perdita di posti di lavoro, un settore aziendale indebolito e le crescenti disuguaglianze”, ha detto.

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