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Covid: Patroni Griffi,Tar non arma per lotta tra istituzioni

Feb 2, 2021

LA RELAZIONE SULLA GIUSTIZIA AMMINISTRATIVA

Il richiamo del presidente del Consiglio di Stato, Filippo Patroni Griffi. Nel 2020 ridotte le pendenze del 6%, del 9,7% nei Tar

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Il richiamo del presidente del Consiglio di Stato, Filippo Patroni Griffi. Nel 2020 ridotte le pendenze del 6%, del 9,7% nei Tar

2 febbraio 2021


2′ di lettura

L’emergenza dovuta alla pandemia ha fatto emergere «frequenti conflitti» per «l’assenza di una tempestiva ed effettiva cooperazione tra Stato e Regioni, sintomo delle criticità della riforma costituzionale del 2001 nella gestione di situazioni di rilevanza nazionale» e di «una certa ritrosia dello Stato nell’esercitare funzioni di sua sicura competenza esclusiva e nell’azionare il potere sostitutivo».

«Il giudice amministrativo non è né un’arma che talvolta sento brandire da un’istituzione contro un’altra, né, all’opposto, qualcosa da abolire: è la garanzia del corretto bilanciamento tra diritti individuali e collettivi ed è colui che è chiamato a supplire al fallimento della leale cooperazione tra istituzioni, come è avvenuto per esempio, per la scuola».

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È il richiamo del presidente del Consiglio di Stato, Filippo Patroni Griffi, nella relazione sull’attività della giustizia amministrativa, in occasione dell’inaugurazione dell’Anno Giudiziario del Consiglio di Stato. Allo stesso modo, ha messo in evidenza Patroni Griffi, «l’incertezza nelle scelte politiche non può essere “scaricata” sull’amministrazione e sulla giurisdizione».

All’incontro a Palazzo Spada ha partecipato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Assente il premier dimissionario, Giuseppe Conte: in rappresentanza della presidenza del Consiglio è intervenuto il sottosegretario Riccardo Fraccaro.

Patroni Griffi, pandemia rinsaldi vincolo solidarietà

Il presidente del Consiglio di Stato ha messo in evidenza la necessità di «una risposta individuale e collettiva ferma e responsabile che rinsaldi i vincoli di solidarietà fra le persone e il ruolo unificante dell’Unione europea». La pandemia ci lascerà, ha spiegato, «il dovere di concentrarci su settori-chiave per un nuovo sviluppo sostenibile: ambiente, welfare, innovazione, infrastrutture, istruzione, sanità” e “tutti sono chiamati a dare il proprio contributo per colmare le disuguaglianze sociali ed economiche acuite dalla pandemia».

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