astronomia
In corsa per lo stesso esperimento c’è un sito nella regione del Limburgo tra Belgio, Germania e Olanda. Installate 15 stazioni sismometriche per misurare il rumore sismico di fondo
di Davide Madeddu
In corsa per lo stesso esperimento c’è un sito nella regione del Limburgo tra Belgio, Germania e Olanda. Installate 15 stazioni sismometriche per misurare il rumore sismico di fondo
30 gennaio 2021
2′ di lettura
La sfida per lo studio delle onde gravitazionali parte dalla miniera metallifera di Sos Enattos a Lula, in Sardegna. Il sito candidato a ospitare l’Einstein Telescope (ET), l’osservatorio interferometrico di nuova generazione progettato per captare e misurare il passaggio delle onde gravitazionali generate dalle collisioni di buchi neri e stelle di neutroni avvenute a distanze di milioni (miliardi) di anni luce da noi.
Primo passo del percorso (in corsa per lo stesso esperimento c’è un sito nella regione del Limburgo al confine tra Belgio, Germania e Olanda) è l’installazione di quindici stazioni sismometriche per misurare le vibrazioni del terreno attraverso una rete di sensori e ascoltare il rumore di fondo della terra.
Due settimane di ricerche
I ricercatori della sezione di Pisa dell’Ingv (Istituto di geofisica e vulcanologia) hanno installato il 20 gennaio le stazioni che serviranno per misurare «le vibrazioni del terreno che costituiscono il rumore sismico di fondo». Per due settimane i ricercatori dell’Ingv con la sezione di Cagliari dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, dell’Università di Cagliari, di Sassari e della Sapienza Università di Roma, e il supporto dell’Igea spa, porteranno avanti il programma che viene realizzato con il contributo della Regione.
«Utilizzando tecniche mutuate dall’analisi dei segnali radar – chiariscono dalle due università sarde -, i dati registrati da queste stazioni permetteranno di identificare le principali sorgenti di rumore sismico, sia naturali che artificiali, e di seguirne l’evoluzione temporale». Allo stesso tempo altri ricercatori delle sezioni Ingv di Roma e dell’Osservatorio Etneo di Catania, con i geologi dell’Università di Sassari, effettueranno i primi sopralluoghi necessari all’esecuzione di una tomografia sismica, ossia «un’immagine del sottosuolo ricavata dalla registrazione delle onde sismiche generate artificialmente da una massa vibrante azionata da un apposito veicolo pesante».
Nell’area un eccezionale silenzio sismico
I dati verranno anche usati per lo studio del rumore Newtoniano del sito in cui è coinvolto anche un gruppo di ricerca del dipartimento di Fisica dell’Università di Cagliari. Due gli obiettivi della campagna. Da una parte quello di quantificare «l’eccezionale silenzio sismico dell’area», requisito fondamentale all’operatività dell’Einstein Telescope, e dall’altra «ricostruire la geologia del sottosuolo, in vista della progettazione del sistema di gallerie che, auspicabilmente, ospiteranno l’Einstein Telescope».