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Lombardia zona rossa, Fontana non ammette l’errore e accusa ancora: “Nessuna rettifica” – Il Fatto Quotidiano

Gen 23, 2021

Versioni diametralmente opposte che non lascia spazio a vie di mezzo. Tutto ruota attorno a circa 9mila casi sintomatici da prendere in considerazione per calcolare l’Rt che c’erano il 13 gennaio e non c’erano più una settimana dopo. Il ministero della Salute sostiene che la Regione Lombardia ha “trasmesso dati errati” propedeutici al calcolo del Rt e li ha “successivamente rettificati”. Accuse “false” per il presidente Attilio Fontana, che si dice “indignato”, non ammette l’errore e anzi rilancia. Per i vertici del Pirellone, il ritorno della Lombardia in zona arancione avverrà perché “noi abbiamo contestato i conteggi del governo”, ha dichiarato il capo della giunta leghista sottolineando di non voler rinunciare al ricorso al Tar “per ottenere anche una verità giudiziaria”. Di più: verranno impugnati anche “il verbale della Cabina di regia, del Cts e l’ordinanza” di oggi del ministro Roberto Speranza nella parte in cui si dice che la Lombardia ha rettificato i dati: “Non lo abbiamo mai fatto”, insiste il presidente della Lombardia.

Ma né il titolare della Salute né l’Istituto Superiore di Sanità fanno marcia indietro. Confermando la trasmissione errata dei dati, Speranza spiega: “Senza l’ammissione di questo errore non sarebbe stato possibile riportare la Regione in zona arancione. Questa è la semplice verità. Il resto sono polemiche senza senso che non fanno bene a nessuno. Soprattutto a chi le fa”. Un avvertimento per Palazzo Lombardia che in una conferenza stampa convocata appositamente accusa il governo di “aver costretto 10 milioni di persone a rimanere rinchiuse, con conseguenti danni economici per le attività”. La versione di Speranza è supportata dal direttore della Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza: “La Cabina di regia composta da Iss, ministero della Salute e rappresentati delle Regioni, si è riunita per il monitoraggio dell’andamento epidemiologico dal quale è emerso che erano presenti alcune incongruenze nei dati della Regione Lombardia – ha spiegato in un videomessaggio – La Regione stessa ha poi corretto rinviando il file il 20 gennaio. Questo ha permesso di ricalcolare l’Rt e di ricollocare la Lombardia in zona arancione”.

Di diverso avviso il direttore generale del Welfare di Regione Lombardia, Marco Trivelli: “L’allineamento dei dati tra Rt ospedaliero e Rt per sintomi, come anche per le altre informazioni che emergono dai report dell’Istituto Superiore della Sanità, sono sempre stati coerenti”. I flussi di Regione Lombardia “sono sempre stati costanti per 35 settimane, sempre accettati, sempre in qualche modo anche confermati da noi, come evidenza del contagio che l’Iss dava della nostra situazione regionale – ha aggiunto – In questo caso è avvenuto qualche cosa, nell’ambito dell’operatività dell’Iss che non ci è noto perché il meccanismo di calcolo complessivo delle Rt non è noto, non è trasparente. Però per questo motivo ci è stato suggerito di introdurre, per alcuni campi, una variabile solo allo scopo di eliminare questo ostacolo temporaneo e poter avere un calcolo corretto dell’Rt”.

Ma cosa è accaduto in realtà? Lo ha spiegato in documento di 8 pagine l’Istituto superiore di sanità. “Il 20 gennaio la Regione Lombardia ha inviato come di consueto l’aggiornamento del suo database. In tale aggiornamento si constata anche una rettifica dei dati relativi anche alla settimana 4-10 gennaio 2021″. La rettifica riguarda il “numero di casi in cui viene riportata una data inizio sintomi e, tra quelli con una data di inizio sintomi, quelli per cui viene data una indicazione di stato clinico laddove assente”. Nello specifico, spiega il documento dell’Iss, il numero di casi in cui è indicata una data inizio sintomi (gli unici inizialmente considerati nel calcolo dell’Rt sympt) è diminuita”, passando da 419.362 a 414.487. Il numero di casi con una “data inizio sintomi e in cui sia segnalato uno stato sintomatico (qualunque gravità) o sia assente questa informazione (inclusi dal calcolo Rt sympt) è diminuito”, passando da 185.292 a 167.638. Il numero di casi con una data inizio sintomi e in cui sia dichiarato uno “stato asintomatico o vi sia notifica di guarigione/decesso senza indicazione di stato sintomatico precedente (esclusi dal calcolo Rt sympt) è aumentato”, passando da 234,070 a 246,849. Quest’ultimo passaggio è cruciale, perché ‘taglia’ di oltre 12.700 casi quelli calcolati ai fini dell’Rt. La conclusione dell’Iss è che i cambiamenti “riducono in modo significativo il numero di casi che hanno i criteri per essere confermati come sintomatici e pertanto inclusi nel calcolo dell’Rt basato sulla data inizio sintomi dei soli casi sintomatici calcolata al 30 dicembre”. Il calcolo è presto fatto, ad avviso degli esperti dell’Istituto: i dati inviati da Regione Lombardia il 13 gennaio prendevano in considerazione 14.180 casi, mentre i dati forniti una settimana i casi erano 4.918 casi sintomatici. L’indice Rt è così passato da 1,4 a 0,88.

Anche il nuovo assessore al Welfare, Letizia Moratti, ha preso la parola accusando Speranza, che ha firmato la nuova ordinanza per mettere la Lombardia in zona arancione, sostenendo che il titolare della Salute “pretendeva che dicessimo che c’era stato un errore nostro. Ma non potevamo accettarlo per la dignità della Regione, per le nostre famiglie e le imprese”. La vicepresidente spiega che “sarebbe bastata la volontà del ministro di sospendere per 48 ore la decisione, ma così non è stato. Volevano farci ammettere un errore che non abbiamo commesso. Continueremo con la leale collaborazione, ma andremo fino in fondo”. Quando viene chiesto dai giornalisti se il supposto “errore nell’algoritmo” denunciato dall’amministrazione valga solo per la Lombardia o riguardi invece tutte le altre regioni, Fontana risponde: “Questo non lo so e sinceramente non mi interessa. Dovete chiederlo all’Istituto superiore di sanità. Non mi interessa se a causa di questo errore le altre regioni siano state favorite o penalizzate, mi interessa delle conseguenze sulla Lombardia”.

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