Si registrano ulteriori rialzi dopo l’accordo di Vienna siglato sabato tra i paesi produttori di petrolio OPEC e non OPEC sui tagli della produzione: i contratti sul greggio Wti con scadenza a gennaio guadagnano più di 3 dollari a 54,5 dollari al barile, ai massimi da luglio 2015, mentre il Brent conquista quota 57,89 dollari.
La decisione dei paesi esportatori di petrolio ha provocato come era prevedibile una serie di rialzi dei prezzi al barile che hanno raggiunto i massimi da luglio 2015, che naturalmente si riflettono sui prezzi alla pompa.
L’accordo prevede che i produttori di petrolio non aderenti riducano le estrazioni a partire da gennaio 2017 per un totale di 558.000 barili al giorno che si uniranno così all’impegno annunciato dall’OPEC di ridurre l’offerta di 1,2 milioni di barili giornalieri. Il principale impegno è stato preso dalla Russia, secondo produttore mondiale, che eliminerà 300.000 barili.
Tra gli aderenti alla riduzione della produzione vi sono Oman, Messico, Kazakistan, Azerbaijan, Bolivia, Brunei, Guinea Equatoriale, Malesia, Sudan e Sud Sudan.