COVID
La richiesta delle Regioni per l’introduzione di un certificato obbligatorio per chi voglia accedere a servizi o strutture: uno strumento che favorirebbe il ritorno più rapido alla normalità in settori piegati dalla crisi
La richiesta delle Regioni per l’introduzione di un certificato obbligatorio per chi voglia accedere a servizi o strutture: uno strumento che favorirebbe il ritorno più rapido alla normalità in settori piegati dalla crisi
30 dicembre 2020
3′ di lettura
Un patentino vaccinale per i cittadini, necessario a chi voglia accedere a diverse attività – viaggi, convegni, sport amatoriale – con l’obiettivo di riaprirle appena possibile. È lo strumento per un ritorno più rapido alla normalità invocato dalle Regioni e dai rappresentanti dei settori, come il turismo pesantemente danneggiati dal coronavirus. L’ipotesi di accedere ad una serie di servizi dietro la presentazione del certificato di avvenuta somministrazione – e quindi lo stato di immunità – si fa largo in seno alla Conferenza delle Regioni.
L’ipotesi di un’app
A favorire l’esibizione del certificato potrebbe essere una app annunciata nei giorni scorsi nell’ambito del Piano vaccini: la stessa che consentirebbe – per esempio – di prenotare la somministrazione, fissare l’appuntamento e mettersi in lista per il giorno e il luogo in cui si avrà la dose e il successivo richiamo. Anche se il download sarà facoltativo, potrebbe essere utile come “lasciapassare elettronico” da esibire agli operatori una volta immunizzati.
Stati Uniti già al lavoro
Del resto negli Stati Uniti dove il vaccino è in distribuzione diverse società lavorano ad app o sistemi che consentano agli utilizzatori di caricare i dettagli dei loro test sul Covid e sulle vaccinazioni, creando delle credenziali digitali da mostrare per poter accedere a eventi, stadi, cinema e in caso in altri paesi. La Common Trust Network, no profit fra The Common Project e il World Economic Forum, si è già alleata con diverse compagnie aeree e strutture sanitarie all’interno degli Stati Uniti.
Le richieste del turismo
A invocare strumenti di questo tipo in Italia è il settore del turismo, tra i più colpiti dalla crisi. La richiesta è raccolta dal presidente della commissione Turismo e Industria alberghiera della Conferenza delle Regioni, Daniele D’Amario. «Esibendo un certificato almeno le persone vaccinate potrebbero ridare ossigeno a queste attività – dice – sarebbe un’opportunità e una soluzione almeno per far ripartire il comparto al più presto. Ne parlerò alla prossima Conferenza delle Regioni e lancerò una proposta condivisibile da inviare alla Conferenza alla prossima riunione della Commissione. Mi auguro che potrà essere applicabile».
Garantire gli accessi ai vaccinati
Francesco Gatti, presidente di AssoHotel, l’associazione di categoria che riunisce circa 300 albergatori su Roma, auspica «la riapertura di alcune attività ancora sospese, come le spa e i convegni, garantendo l’accesso almeno a chi è vaccinato. Oltre ad essere una precauzione per i clienti – aggiunge – per noi sarebbe utilissimo perché questo serve a tenere occupata in albergo qualche camera in più. Esibire il certificato per entrare negli hotel, sarebbe invece complicato, perché nel settore la clientela è varia e internazionale”