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Omicidio Agitu, uccisa a martellate per ragioni economiche. Confessa presunto killer, suo dipendente – Fanpage.it

Dic 30, 2020

Il presunto assassino di Agitu Ideo Gudeta – l’allevatrice di origini etiopi trovata morta nella serata di ieri nella sua casa di Frassilongo, in provincia di Trento – è stato arrestato. Ad uccidere la donna colpendola ripetutamente con un martello sarebbe stato un suo collaboratore, che ha confessato ai carabinieri di averla colpita durante una lite per motivi economici. L’uomo è un 32enne ghanese che – stando a quanto rende noto il TgR di Trento – reclamava uno stipendio che non sarebbe stato corrisposto. Nell’azienda di Agitu, si occupava del pascolo delle capre che erano diventate un simbolo dell’attività molto nota in tutto il Trentino. Il presunto omicida è stato condotto nella caserma dei carabinieri di Borgo Valsugana, dopo una notte di indagini e interrogatori svolti dai militari fra vicini e conoscenti della vittima. Poi sarà portato in carcere a Trento.

Erano le 17 e 30 di ieri quando è stato lanciato l’allarme da alcuni amici della donna, il cui corpo è stato poi ritrovato nella sua casa con profonde ferite alla testa: inutili i tentativi di soccorrerla. I carabinieri, intervenuti tempestivamente, hanno ritrovato l’arma del delitto dopo poche ore, una mazzetta di medie dimensioni utilizzata per colpire la 42enne.

Chi era Agitu Ideo Gudeta

Agitu Ideo Gudeta era nota in tutta Italia perché la sua era diventata un’importante storia di riscatto: fuggita dall’Etiopia, era arrivata in Trentino nel 2010 e dopo aver lavorato per un periodo in un bar aveva messo a parte i risparmi necessari per avviare un allevamento di capre, l’attività che sognava di intraprendere e che le aveva dato negli ultimi anni grandi soddisfazioni. Da poco infatti aveva aperto il suo primo punto vendita a Trento, in piazza Venezia.

Un paio di anni fa, nel 2018, Agitu era stata protagonista anche di una triste vicenda: aveva infatti ricevuto minacce a sfondo razziale e meno di un anno fa l’autore, un 54enne residente a Frassilongo e vicino di casa della donna, era stato condannato a 9 mesi per lesioni dal tribunale di Trento. L’uomo inoltre aveva dovuto pagare una multa di 50 euro e un risarcimento danni di 2.000 euro, più 3.500 euro di spese legali. Il 54enne era accusato di aver preso di mira la 42enne con un’escalation di insulti, frasi razziste e minacce contro di lei e contro i suoi animali, culminati in un’aggressione fisica documentata con lo smartphone, che l’allevatrice denunciò nell’estate del 2018 ai carabinieri e a seguito della quale scattò la misura degli arresti domiciliari, commutati dopo 7 mesi in un divieto di avvicinamento.

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