ROMA – Milano parte bene, in rialzo dello 0,5% sui massimi da fine febbraio. Ma a metà mattinata ripiega su una sostanziale parità (+0,13%), in coda rispetto agli altri listini europei, e conclude la giornata a quota 22.259 punti, in flessione dello 0,13%.
Sul parterre di Piazza Affari ha sofferto oggi Enel che ha chiuso a 8,276 euro (-0,83%). Tra le big giornata negativa anche per Eni (-0,40%). Tra i peggiori anche Pirelli (-1,22%) e Tenaris (-1,35%). Male Stm (-0,89%) dopo i rialzi della vigilia.
Corre il titolo di Atlantia (+2,12%) che ieri ha respinto l’offerta di Cdp, Blackstone e Macquarie per lo scorporo di Aspi, accettando un prolungamento della due dligence fino alla fine di gennaio: l’offerta non soddisfa, ma si tratta. Bene anche Ferrari (+1,6%), Campari (+1%), Diasorin (+0,9%).
In Europa i listini chiudono quasi tutti positivi, in particolare Londra che festeggia l’accordo sulla Brexit e guida i listini del Vecchio continente. Sui mercati si respira aria di ottimismo con l’accordo negli Usa per un nuovo pacchetto di stimoli e l’avvio della campagna di vaccinazioni contro il coronavirus. Sul fronte valutario l’euro è in rialzo sul dollaro a 1,2245 mentre la sterlina è poco mossa sulla moneta unica e scambia a 1,1.
Archiviano la seduta in rialzo Londra (+1,55%), Parigi (+0,42%) e Madrid (+0,33%). In controtendenza Francoforte (-0,21%). Anche in Asia spunti per festeggiare, dopo il via libera al nuovo pacchetto di stimoli Usa. Tokyo chiude ai massimi dal 1990 (+2,66%). Bene anche Seul (+0,42%), Sidney (+0,53%), Hong Kong (+0,92%) e Mumbai (+0,29%). In retroguardia solo Shanghai (-0,54%).
Dopo i massimi storici raggiunti ieri, e l’apertura di oggi in rialzo, Wall Street perde slancio a poche ore dall’apertura ed entra in territorio negativo. Il Dow Jones cede lo 0,26% mentre lo S&P 500 perde lo 0,14%. In rosso anche il Nasdaq, -0,44%. Secondo gli analisti, gli investitori pur ottimisti visto che la distribuzione dei vaccini è ufficialmente iniziata, sono preoccupati dai livelli raggiunti dalla pandemia. Non solo, ma il timore generale è che non si tenga sotto controllo in tempi brevi la diffusione della pandemia e ciò potrebbe compromettere la ripresa prima che il vaccino venga distribuito su larga scala.