LE Borse del Vecchio Continente aprono in rialzo nell’ultima settimana del 2020 e all’indomani del via alla campagna vaccinale europea contro il Covid. In una seduta che si preannuncia con scambi non intesi, a Milano l’indice Ftse Mib guadagna lo 0,89% a 22.326,71 punti con un rialzo di oltre due punti per Saipem. In progresso anche Francoforte +1,37% e Parigi +0,78%, chiusa per festività la Borsa di Londra.
Giappone, male la produzione industriale
La Borsa di Tokyo ha chiuso in terreno positivo incoraggiata dalla ratifica da parte di Donald Trump del piano di aiuti da 900 miliardi di dollari e l’avvio delle campagne di vaccinazione contro il coronavirus nell’Unione Europea. L’indice Nikkei dei titoli guida ha guadagnato lo 0,74% chiudendo a 26.854,03 punti e il più ampio indice Topix ha chiuso in progresso dello 0,54% a 1.788,04 punti.Il rialzo del listino è stato, tuttavia, rallentato dalle nuove restrizioni ai confini del Giappone annunciate sabato dal governo, a fronte della nuova variante del coronavirus, di cui sono stati rilevati diversi casi nell’arcipelago.
La produzione industriale giapponese ristagna a novembre e registra una variazione nulla dopo cinque mesi consecutivi di aumenti, secondo le statistiche ufficiali diffuse. Un valore al di sotto delle aspettative degli economisti che si aspettavano certamente un rallentamento dopo due mesi di forte crescita (+3,9% a settembre, +4% a ottobre), ma comunque un piccolo aumento dell’1,1-1,2%.
Il peggioramento della pandemia globale, anche in Giappone, ha pesato il mese scorso sul settore manifatturiero giapponese. Le spedizioni di prodotti industriali giapponesi sono diminuite dello 0,9% nel mese di novembre su base annua e le scorte sono diminuite dell’1,1%, secondo quanto riportato dal Ministero dell’Economia, del Commercio. L’industria automobilistica, i prodotti chimici e la plastica hanno notevolmente ridotto la produzione industriale il mese scorso. Le aziende manifatturiere giapponesi prevedono un calo della produzione dell’1,1% a dicembre, prima di una forte ripresa a gennaio (+7,1%), secondo l’ultima indagine mensile Meti.
Cina immette liquidità
Le Borse cinesi chiudono la seduta poco mosse: l’indice Composite di Shanghai sale dello 0,02%, a 3.397,28 punti, mentre quello di Shenzhen cede lo 0,04%, a quota 2.273,01
La Banca centrale cinese ha immesso 20 miliardi di yuan (circa 3,1 miliardi di dollari) di pronti contro termine per mantenere stabile la liquidità nel sistema bancario. Il tasso di interesse per i pronti contro termine a sette giorni è stato fissato al 2,2%, secondo una dichiarazione sul sito web della People’s Bank of China. Il pronto contro termine è un processo in cui la Banca centrale acquista titoli dalle banche commerciali attraverso un’offerta, con un accordo per rivenderli in futuro.
Greggio in ripresa
Il petrolio riduce le perdite dopo il via libera del presidente Usa Donald Trump, impedendo così lo shutdown, il blocco delle attività di larga parte dei servizi pubblici, che altrimenti sarebbe scattato domani. Il Wti cede lo 0,04% a 48,21 dollari al barile, il Brent arretra dello 0,18% a 51,2 dollari.