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“I segni che rivelano il finale della guerra fra Renzi e Conte”: cosa dice la grafia – ilGiornale.it

Dic 25, 2020

Giuseppe Conte(Qui la grafia) Dalla scrittura del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte emerge una personalità con una buona energia vitale che gli permette di affrontare i problemi inerenti all’incarico politico con una fermezza che rasenta l’ostinazione. L’eccessivo controllo, che emerge anche dal linguaggio corporeo, fatto di un’eleganza sobria, di un’espressione linguistica misurata e convincente, per cui nulla risulta fuori posto, denota come egli sappia esprimere le proprie opinioni con garbo e misura, cercando di apparire sempre gradevole e credibile. È questa la sua arma vincente che piace alle persone che amano un comportamento educato e fatto di buone maniere. Se però si analizzano la postura, la camminata e lo sguardo emergono elementi che definirei “napoleonici”: un modo di proporsi che sa di un passato poco gratificante. Conte possiede un’intelligenza logico-pregiudiziale, che lo può portare ad assumere modalità di testardaggine per la paura che non vengano rispettati i suoi diktat. La firma del Presidente del Consiglio denota un tentativo di recupero della figura paterna che è avvenuta attraverso la scalata sociale, che però non sempre risponde ai suoi obbiettivi. Ecco allora che egli escogita degli escamotage: spara e poi rincula, con la stessa tranquillità e beatitudine.

Matteo Renzi(Qui la grafia) Renzi, possiede doti di volontà, tenacia e notevole entusiasmo, in un carattere appassionato, per cui sa situarsi bene nell’ambiente. La foga e il linguaggio “fiorentino” lo rendono simpatico, almeno all’inizio. Inoltre, ama essere circondato di consensi che vadano a rafforzare l’autostima. Possiede buone doti intellettive, che sfruttano al massimo la volontà, ma soprattutto l’ambizione. Sarà proprio tale modalità che non gli permetterà di raggiungere la vetta. C’è sicuramente in lui il bisogno di dare un volto nuovo alla politica, che viene portata avanti con fervore e con determinazione (aste delle lettere “p” che sopravanzano il corpo centrale). Renzi, infatti, non molla mai e questa è una peculiarità del suo carattere, che però non si sa se possa reggere ai venti contrari. La grafia, in questo senso, manifesta qualche dubbio poiché, nonostante la scaltrezza tipica dei fiorentini, in Matteo Renzi c’è un che d’ingenuo che potrebbe fargli commettere qualche errore di troppo. Infatti, la premura nella realizzazione dei progetti e la difficoltà nel soppesare adeguatamente i pro e i contro, compresi i rischi che la vita politica necessariamente comporta, sono il suo tallone d’Achille. Egli crede di essere preparato a scalare l’Everest ma una volta vicino alla vetta sono sopraggiunte vertigini che l’hanno trattenuto dal proseguire. Riepilogando: ambedue amano posti di privilegio, ma quando avverrà un vero scontro tra i due a spuntarla sarà l’attuale Presidente del Consiglio poiché sa gestire meglio e con pacatezza, anche a livello europeo, la propria immagine di uomo politico. Tuttavia, entrambe le grafie e le firme denunciano uno spessore politico insufficiente per la situazione attuale, sia a livello culturale sia esperienziale. Li accomuna invece un modo diverso, ma pur sempre presente, di essere narcisisti e accentratori.

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