emergenza covid
Per le scuole superiori il rientro in classe il 7 gennaio scatterà per il 50% di alunni. Nell’arco di pochi giorni – probabilmente una sola settimana – si salirà al 75%, incremento che dovrà essere autorizzato da un’ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza
di An.Ga.
Per le scuole superiori il rientro in classe il 7 gennaio scatterà per il 50% di alunni. Nell’arco di pochi giorni – probabilmente una sola settimana – si salirà al 75%, incremento che dovrà essere autorizzato da un’ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza
24 dicembre 2020
3′ di lettura
È semaforo verde per il ritorno in classe degli studenti delle scuole superiori. La decisione è stata presa in maniera collegiale da governo, regioni, comuni e province in Conferenza Unificata. E prevede in una prima fase il rientro il 7 gennaio del 50% di alunni. Una quota che salirà nell’arco di una settimana al 75% (la soglia prevista dal Decreto del presidente del Consiglio del 3 dicembre, ndr): incremento che dovrà essere autorizzato però da un’ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza. Orari scaglionati in ingresso e in uscita, con annessi prolungamenti pomeridiani, e corsia preferenziale per i tamponi rapidi a prof e studenti, con in campo anche i militari, sono i capisaldi del documento.«Ho raccomandato perché ci sia un’apertura differenziata scuola per scuola, paese per paese», ha affermato il premier Giuseppe Conte partecipando a Porta a Porta. Il tutto «nel segno della flessibilità: è l’unica possibilità che abbiamo per evitare criticità che si concentrano anche sui trasporti».
I timori sulla variante inglese del virus
Almeno per ora la variante inglese non ferma dunque la riapertura delle scuole. Resta il fatto che a pochi giorni dall’avvio delle vaccinazioni in tutta Europa la nuova variante inglese del Sars-CoV-2 continua a suscitare preoccupazioni per le conseguenze che potrebbe avere sull’incidenza dei contagi. Uno degli aspetti che più preoccupa, come ha rilevato l’Oms, è che questo nuovo ceppo «sembra essere più facilmente trasmissibile da giovani e bambini». Un aspetto che, se confermato, accrescerebbe i timori per la riapertura delle scuole a gennaio. I dirigenti scolastici contano sul tempo da qui al 7 gennaio per avere la situazione più chiara dal punto vista sanitario, ovvero capire gli effetti della variante inglese e l’impatto sulla virulenza. «Abbiamo un po’ di tempo e credo ci sia la possibilità di valutare se effettivamente questa nuova variante del virus può comportare dei rischi rispetto all’apertura», ha affermato il presidente dell’Associazione Nazionale presidi, Antonello Giannelli.
Salta il posticipo delle lezioni al 30 giugno
Rispetto alla proposta originaria del governo, nel testo approvato in conferenza unificata sopravvive la corsia preferenziale per i tamponi rapidi a docenti e studenti. Utilizzando delle unità di pronto intervento rafforzate con personale militare. Niente posticipo delle lezioni fino al 30 giugno invece. Alle Regioni quella norma non piaceva. Sopravvivono invece i doppi turni pomeridiani come effetto implicito dell’impegno a scaglionare ingressi e uscite su due fasce, così da evitare il sovraffollamento sui mezzi pubblici.
I piani di rientro nelle grandi città
In tutte le grandi città il piano per la riapertura delle scuole in sicurezza dopo le feste natalizie (elaborato dai tavoli prefettizzi al lavoro provincia per provincia) è ormai pronto o in via di definizione. Ad esempio Milano ha deciso di differenziare gli ingressi degli studenti su due turni (alle 8 e alle 9.30) e di posticipare alle 10.15 l’orario di apertura dei negozi oltre all’istituzione di 60 bus navetta per collegare gli istituti superiori e le stazioni della metro. Più ampia la “forbice” dello scaglionamento che si sta predisponendo a Roma e a Napoli. In entrambi i casi la scelta dovrebbe cadere su un primo turno alle 8 e un secondo alle 10. Con il rischio concreto di arrivare così alle 16 con le ultime uscite. A Napoli i negozi apriranno alle 11, come pure l’ingresso dei lavoratori negli uffici pubblici sarà posticipato alle 11 dove possibile. Orari scaglionati ma niente doppi turni in Emilia Romagna. Grazie a un piano condiviso con scuole e territori, all’interno dei nove tavoli provinciali coordinati dai Prefetti, è previsto l’utilizzo di altri 172 autobus urbani ed extraurbani, per un totale di 522 bus e 10 milioni di chilometri di servizi aggiuntivi.