Potremmo essere vicini ad una svolta sul fronte Brexit. A salire in cattedra la Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, che secondo le ultime indiscrezioni sta trattando direttamente con il Primo ministro britannico, Boris Johnson, per sbloccare uno stallo che perdura ormai da diverse settimane.
L’accordo potrebbe essere raggiunto già stasera, con Londra e Bruxelles che sfrutteranno la giornata odierna per trovare una sintesi sui nodi non ancora sciolti. Tra questi, come noto, la questione relativa ai diritti di pesca, ovvero l’accesso alle acque in prossimità delle rispettive coste per i pescherecci britannici ed europei.
Già ieri – martedì 22 dicembre – il capo negoziatore dell’UE, Michel Barnier, aveva riferito agli ambasciatori europei degli ultimi progressi, ponendo tuttavia l’accento sulle quote insoddisfacenti che il Regno Unito sarebbe disposto a concedere all’Unione europea sul versante del mercato ittico: Londra, infatti, vorrebbe ridurre del 35% l’attività dei pescherecci continentali nelle sue acque, mentre Bruxelles non è disposta a cedere più del 25% dei suoi volumi attuali.
Brexit: i negoziati accelerano, stasera l’accordo?
Lo scorso fine settimana è scaduta anche l’ultima deadline fissata dal Parlamento UE per la conclusione dei negoziati. L’ultimatum di Bruxelles rispondeva ad una questione puramente tecnica: i parlamentari devono infatti ratificare l’accordo affinché questo entri in vigore nell’Unione europea, e le possibilità di approvare un testo definitivo entro il termine del periodo di transizione si riducono di ora in ora.
Se l’intervento diretto sui tavoli negoziali di Ursula von der Leyen dovesse riuscire a sbloccare la matassa già nelle prossime ore, allora il Parlamento UE potrebbe avere ancora dei margini per ratificare il testo concordato prima del gong finale: in tal senso, quella tra il 25 dicembre e l’ultimo dell’anno potrebbe essere una settimana propizia.
Al contrario, se i nodi non venissero sciolti in giornata Londra e Bruxelles non potrebbero più sfuggire ad un periodo scoperto da regole comuni: in breve, un regime di no-deal, che comunque si tenterebbe di controllare in attesa di un accordo o della ratifica del Parlamento UE.
Questi scenari, come accennato, sono legati a doppio filo al capitolo relativo ai diritti di pesca, questione sulla quale si stanno giocando gli ultimi scampoli di partita. A pesare soprattutto il diktat della Francia: l’Eliseo vuole infatti tutelare i suoi pescherecci, da anni abituati alla pesca grossa nelle acque britanniche, ma anche la Danimarca – attraverso le parole del suo ambasciatore – ha sollecitato il capo negoziatore Michel Barnier a non cedere più del 25% delle quote attuali al Regno Unito.
In questo contesto, Ursula von der Leyen sta tentando di ammorbidire entrambe le posizioni: Francia e Danimarca sono state esortate ad avvicinarsi all’offerta britannica, ma c’è da scommettere che nelle lunghe conversazioni telefoniche con Downing Street la Presidente della Commissione UE abbia tastato anche la disponibilità del Regno Unito ad arretrare di qualche passo. In ogni caso, le prossime ore ci diranno se i progressi sono stati sufficienti a firmare la pratica di divorzio.