Nel bollettino nazionale fornito quotidianamente dal ministero della Salute verranno conteggiati non più solamente i tamponi molecolari, ma anche quelli antigenici. Ad annunciarlo è l’assessore alla Sanità della Regione Piemonte, Luigi Icardi, che è anche coordinatore nazionale della commissione Salute che si è riunita oggi per discutere proprio della questione dei test rapidi. Secondo quanto fa sapere Icardi, il ministero della Salute ha accolto la richiesta, avanzata proprio dalla Regione Piemonte, di comprendere nel bollettino nazionale anche i test antigenici. Inoltre durante la riunione il ministero ha aperto la stesura della circolare sull’utilizzo dei tamponi veloci, che verrà redatta insieme alle Regioni.
Tamponi rapidi, Icardi: test antigenici nel bollettino
Lo stesso Icardi commenta: “Accolgo con soddisfazione la volontà espressa stamattina dal ministero della Salute che ha comunicato di aprire la stesura della prossima circolare ministeriale sull’utilizzo dei test antigenici al contributo delle Regioni e di riallineare il bollettino nazionale ai dati comprensivi anche dei test antigenici. È molto importante che su questi temi venga ricercata il più possibile la condivisione delle Regioni, così come non si vengano a creare fraintendimenti sui dati”.
Il caos tamponi e i dati su molecolari e antigenici
Già a novembre il ministero della Salute aveva accennato all’ipotesi di equiparare i tamponi rapidi e quelli molecolari. Ma finora la discussione è sempre stata rinviata, fino a qualche giorno fa, quando è stato anticipato l’arrivo di una circolare sulla quesitone. Così al momento nel bollettino nazionale vengono riportati solo i dati relativi ai test molecolari, nonostante negli scorsi mesi ci siano state alcune Regioni – è, per esempio, il caso del Lazio oltre che del Piemonte – che hanno fornito anche i dati relativi ai tamponi antigenici. Negli scorsi giorni si era già parlato di questa circolare che, inoltre, potrebbe permettere di utilizzare i tamponi rapidi anche per certificare i casi di infezione e, probabilmente, per consentire di giudicare guarito un contagiato da Covid-19. La scelta del ministero segue, peraltro, le indicazioni fornite dall’Ecdc, l’European center for disease control, che ha inserito i tamponi antigenici tra quelli utilizzabili per definire i casi di infezione.