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Auto, il mercato europeo cala ancora: -13,5% a novembre

Dic 17, 2020

Continuano le difficoltà del comparto automobilistico, uno dei più colpiti dalla crisi pandemica, in Europa. Secondo i dati dell’Acea, l’associazione dei costruttori del Vecchio continente, novembre si è chiuso con poco più di 1 milione di immatricolazioni: il 13,5% in meno dello stesso mese del 2019. Negli undici mesi le immatricolazioni sono così 10.746.293 e l’emorragia di vendite rispetto all’anno scorso si aggiorna al -26,1%.

Mentre il governo si prepara a inserire in Manovra nuovi incentivi per i veicoli meno inquinanti (motorizzazioni elettriche, ma anche Euro 6 termici), il gruppo Fca registra a novembre una flessione del 4%, facendo dunque meglio della media del mercato (solo Toyota, con un -1,9%, ha fatto meglio, mentre VW ha perso il 14,1%, Daimler il 15,5%). Tra i marchi del Lingotto, segno positivo per la Jeep (+15,6%), mentre il calo più deciso è quello di Alfa Romeo (-10,7%). Nel consuntivo da inizio anno, la dinamica resta però peggiore del mercato con un -28,7% delle immatricolazioni sul 2019 a 877 mila vetture.

Spagna, meno 35,3%, e Regno Unito, meno 30,7%, segnano negli undici mesi flessioni ancora più pesanti rispetto all’Italia e ad altri Paesi. Tra i grandi mercati l’Italia è terza con un calo del 29 per cento, a seguire la Francia che segna meno 26,9% e la Germania che si ferma a un meno 21,6%.

A tracciare le previsioni per il 2021 è il Centro Studi Promotor. Diversi gli scenari, che dipendono dalla possibilità di una terza ondata o di un lockdown più duro, fino alla rosea ipotesi che non ci siano nuove limitazioni provocate dalla pandemia in corso e che il pacchetto incentivi venga approvato. “Le previsioni, a fronte di un consuntivo 2020 che dovrebbe chiudersi con 1.380.000 immatricolazioni, variano da 1.435.000 immatricolazioni qualora non sia un lockdown, ma si verifichi comunque una terza ondata della pandemia, a 1.735.000 qualora non vi siano né lockdown né terza ondata e sia invece approvato il pacchetto incentivi auto”, spiegano dal Csp.

Un mercato debole e che rimarrà debole anche il prossimo anno per il Centro Studi Promotor. Secondo il presidente Gian Primo Quagliano l’obiettivo dovrebbe essere quello di arrivare in Italia “a 2,2 milioni di immatricolazioni, pari alla media di quelle fatte tra il 1997 e il 2007. E’ un volume che consentirebbe di avere una normale sostituzione delle autovetture più vecchie e si può raggiungere con incentivi robusti che portino il parco circolante e rinnovarsi”. Nonostante i problemi legati allo smog e la spinta sulle nuove motorizzazioni, le auto su strada in Italia sono sempre più vecchie: si è passati da 7 anni e 6 mesi nel 2008 a 11 anni e 6 mesi nel 2018.

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